Una delle questioni che hanno acceso il dibattito politico e giuridico degli ultimi anni è certamente quella dell’integrazione sociale degli stranieri residenti sul territorio dello Stato. L’amministrazione locale, in ragione della maggior prossimità fra istituzioni e abitanti e dell’autonomia ad essa riconosciuta nelle politiche di inclusione, ancora una volta è la sede ideale per cercare nuove risposte rispetto alle sfide poste dalla questione dell’accoglienza. L’obiettivo di queste brevi note è quello di indagare sul se il coinvolgimento degli stranieri nella realizzazione concreta di attività con finalità di interesse generale, attraverso le pratiche sussidiarie di rigenerazione urbana, dove il criterio legittimante l’intervento è rappresentato non dalla cittadinanza, ma dall’appartenenza ad una comunità locale, in base alla sola rappresentanza degli interessi del territorio, possa rappresentare un ambito di sperimentazione di nuove ed efficaci modalità inclusive dei soggetti immigrati (non cittadini, ma regolarmente residenti) nell’esercizio concreto dell’azione amministrativa.
One of the issues that dominated political and legal debate in recent years is indubitably social integration of immigrants present in the State territory. Local authorities, due to the proximity between institutions and inhabitants and to the autonomy granted in inclusion policies, is once again the ideal location to search for new answers to the challenges posed by integration policy. The aim of these short notes is to investigate whether the involvement of foreigners in the concrete realization of general interest activities, by means of subsidiary practices for regeneration of common urban goods, where the criterion of legitimacy is structured not by citizenship, but by belonging to a local community, based only on the representation of the territorial interests, could represent a field of testing new and effective means for immigrants (not citizens, but regularly resident) integration in the concrete exercise of administrative action.
L’inclusione dei «non cittadini» attraverso la rigenerazione urbana
annamaria bonomo
2020-01-01
Abstract
Una delle questioni che hanno acceso il dibattito politico e giuridico degli ultimi anni è certamente quella dell’integrazione sociale degli stranieri residenti sul territorio dello Stato. L’amministrazione locale, in ragione della maggior prossimità fra istituzioni e abitanti e dell’autonomia ad essa riconosciuta nelle politiche di inclusione, ancora una volta è la sede ideale per cercare nuove risposte rispetto alle sfide poste dalla questione dell’accoglienza. L’obiettivo di queste brevi note è quello di indagare sul se il coinvolgimento degli stranieri nella realizzazione concreta di attività con finalità di interesse generale, attraverso le pratiche sussidiarie di rigenerazione urbana, dove il criterio legittimante l’intervento è rappresentato non dalla cittadinanza, ma dall’appartenenza ad una comunità locale, in base alla sola rappresentanza degli interessi del territorio, possa rappresentare un ambito di sperimentazione di nuove ed efficaci modalità inclusive dei soggetti immigrati (non cittadini, ma regolarmente residenti) nell’esercizio concreto dell’azione amministrativa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.