La c.d. “democrazia degli amministrati” (local option), tuttavia, originata dall’importazione della democrazia delle comunità locali self-governed d’oltreoceano, nel comprensorio britannico costituisce tradizionalmente terreno di interazione tra l’autogoverno locale e la sovranità parlamentare. Se in principio la local option costituiva un’efficace canale di compensazione del deficit democratico di un Parlamento sovrano, ma ancora eletto su base censitaria, nel XX secolo, la commistione tra istituti di democrazia diretta e di democrazia rappresentativa rischiava di minare il principio della sovranità parlamentare, a tal punto che il processo evolutivo della democrazia diretta ha subìto una battuta d’arresto a partire dalle riforme del sistema di governo locale degli anni settanta non solo prive di alcun riferimento a eventuali istituti di democrazia diretta, ma soprattutto contenenti una dettagliata disciplina di riparto di competenze tra centro e periferia che preclude alle autorità locali il ricorso alla local option come strumento flessibile di progressiva acquisizione di ulteriori poteri. Il Governo laburista insediatosi nel 1997 si è fatto portavoce di una corrente di rinnovamento democratico volta ad utilizzare in particolare il canale referendario come il principale istituto di democrazia diretta in grado di colmare le lacune di strumenti partecipativi potenzialmente alla mercé di interessi settoriali e scarsamente incisivi sul processo decisionale anche in quanto privi di carattere vincolante nei riguardi delle autorità locali quali destinatarie del processo consultivo/partecipativo. Il saggio si propone di analizzare con spirito critico i presupposti e le prospettive di successo degli obiettivi perseguiti dall'amministrazione laburista.
«Ibis redibis non morieris in bello»: dinamiche e prospettive di interazione tra democrazia diretta e democrazia rappresentativa nel Regno Unito
MARTINO, Pamela
2012-01-01
Abstract
La c.d. “democrazia degli amministrati” (local option), tuttavia, originata dall’importazione della democrazia delle comunità locali self-governed d’oltreoceano, nel comprensorio britannico costituisce tradizionalmente terreno di interazione tra l’autogoverno locale e la sovranità parlamentare. Se in principio la local option costituiva un’efficace canale di compensazione del deficit democratico di un Parlamento sovrano, ma ancora eletto su base censitaria, nel XX secolo, la commistione tra istituti di democrazia diretta e di democrazia rappresentativa rischiava di minare il principio della sovranità parlamentare, a tal punto che il processo evolutivo della democrazia diretta ha subìto una battuta d’arresto a partire dalle riforme del sistema di governo locale degli anni settanta non solo prive di alcun riferimento a eventuali istituti di democrazia diretta, ma soprattutto contenenti una dettagliata disciplina di riparto di competenze tra centro e periferia che preclude alle autorità locali il ricorso alla local option come strumento flessibile di progressiva acquisizione di ulteriori poteri. Il Governo laburista insediatosi nel 1997 si è fatto portavoce di una corrente di rinnovamento democratico volta ad utilizzare in particolare il canale referendario come il principale istituto di democrazia diretta in grado di colmare le lacune di strumenti partecipativi potenzialmente alla mercé di interessi settoriali e scarsamente incisivi sul processo decisionale anche in quanto privi di carattere vincolante nei riguardi delle autorità locali quali destinatarie del processo consultivo/partecipativo. Il saggio si propone di analizzare con spirito critico i presupposti e le prospettive di successo degli obiettivi perseguiti dall'amministrazione laburista.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.