Scopo di questa rassegna è stato delineare le principali problematiche relative al consenso informato al trattamento con metodiche di neuromodulazione chirurgica, in pazienti affetti da disturbi mentali. È stata effettuata un’analisi della letteratura concernente l’utilizzo di tecniche neurochirurgiche, in particolare della stimolazione cerebrale profonda e della stimolazione vagale in Psichiatria, con particolare riferimento a studi che si fossero occupati di decision-making in relazione al consenso informato. I risultati sono discussi alla luce della dottrina del consenso informato. Nonostante gli importanti risvolti etici e deontologici, attualmente, non sono stati individuati studi che si siano occupati specificamente delle problematiche inerenti al consenso informato, ad interventi di neuromodulazione chirurgica, in pazienti con disturbi mentali. Le tecniche neurochirurgiche sono utilizzate, quasi esclusivamente, in protocolli sperimentali nel trattamento del disturbo depressivo maggiore, della sindrome di Tourette e del disturbo ossessivo-compulsivo, farmaco-resistenti. Le caratteristiche degli interventi, i possibili rischi e benefici rendono l’acquisizione del consenso critica in popolazioni a rischio di incapacità. I dati desumibili dagli studi sperimentali effettuati lasciano emergere, tuttavia, la necessità di approfondire e valutare specificamente gli aspetti relativi alla capacità di prestare consenso informato al trattamento dei pazienti candidati a interventi di neuromodulazione chirurgica, garantendo la possibilità di curare soggetti farmaco-resistenti in un contesto di piena autonomia decisionale. L’attuale carenza di evidenze sperimentali indica l’esigenza di studi e procedure specifici che valutino la capacità di prestare consenso informato in una popolazione a rischio di incapacità
Informed consent and neuromodulation techniques for psychiatric purposes: an introduction
MANDARELLI, GABRIELE
Writing – Original Draft Preparation
;
2013-01-01
Abstract
Scopo di questa rassegna è stato delineare le principali problematiche relative al consenso informato al trattamento con metodiche di neuromodulazione chirurgica, in pazienti affetti da disturbi mentali. È stata effettuata un’analisi della letteratura concernente l’utilizzo di tecniche neurochirurgiche, in particolare della stimolazione cerebrale profonda e della stimolazione vagale in Psichiatria, con particolare riferimento a studi che si fossero occupati di decision-making in relazione al consenso informato. I risultati sono discussi alla luce della dottrina del consenso informato. Nonostante gli importanti risvolti etici e deontologici, attualmente, non sono stati individuati studi che si siano occupati specificamente delle problematiche inerenti al consenso informato, ad interventi di neuromodulazione chirurgica, in pazienti con disturbi mentali. Le tecniche neurochirurgiche sono utilizzate, quasi esclusivamente, in protocolli sperimentali nel trattamento del disturbo depressivo maggiore, della sindrome di Tourette e del disturbo ossessivo-compulsivo, farmaco-resistenti. Le caratteristiche degli interventi, i possibili rischi e benefici rendono l’acquisizione del consenso critica in popolazioni a rischio di incapacità. I dati desumibili dagli studi sperimentali effettuati lasciano emergere, tuttavia, la necessità di approfondire e valutare specificamente gli aspetti relativi alla capacità di prestare consenso informato al trattamento dei pazienti candidati a interventi di neuromodulazione chirurgica, garantendo la possibilità di curare soggetti farmaco-resistenti in un contesto di piena autonomia decisionale. L’attuale carenza di evidenze sperimentali indica l’esigenza di studi e procedure specifici che valutino la capacità di prestare consenso informato in una popolazione a rischio di incapacitàI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.