Nel dicembre del 1929, si ha notizia della quasi completa ultimazione di una nuova Pinacoteca nel capoluogo pugliese. Gli spazi, distribuiti in dodici sale, erano quelli del cosiddetto Palazzo del Governo, affacciati sull’attuale corso Vittorio Emanuele II. Per il loro allestimento si era impegnato in prima persona lo storico dell’arte Federico Hermanin de Reichenfeld che favorì l’ampliamento delle raccolte con opere provenienti non solo dal territorio, ma anche da Roma e da Napoli. Di questa impresa museografica rimane traccia negli ‘Atti e Memorie della Società Tiburtina di Storia e d’Arte’, dove, pur nella concisione del riferimento, si diede comunque evidenza al progetto che aveva interessato la città di Bari in cui Hermanin era nato nel 1868. Esso, infatti, venne inserito nel novero delle opere di «eccezionale interesse nel campo artistico» da lui portate a compimento, accanto al «Museo di Palazzo Venezia», alla «Galleria d’Arte Antica a Palazzo Corsini» e ancora alla «Galleria Spada».
«La Pinacoteca è già più di una promessa». 1930. Federico Hermanin nel Palazzo del Governo a Bari
Andrea Leonardi
2020-01-01
Abstract
Nel dicembre del 1929, si ha notizia della quasi completa ultimazione di una nuova Pinacoteca nel capoluogo pugliese. Gli spazi, distribuiti in dodici sale, erano quelli del cosiddetto Palazzo del Governo, affacciati sull’attuale corso Vittorio Emanuele II. Per il loro allestimento si era impegnato in prima persona lo storico dell’arte Federico Hermanin de Reichenfeld che favorì l’ampliamento delle raccolte con opere provenienti non solo dal territorio, ma anche da Roma e da Napoli. Di questa impresa museografica rimane traccia negli ‘Atti e Memorie della Società Tiburtina di Storia e d’Arte’, dove, pur nella concisione del riferimento, si diede comunque evidenza al progetto che aveva interessato la città di Bari in cui Hermanin era nato nel 1868. Esso, infatti, venne inserito nel novero delle opere di «eccezionale interesse nel campo artistico» da lui portate a compimento, accanto al «Museo di Palazzo Venezia», alla «Galleria d’Arte Antica a Palazzo Corsini» e ancora alla «Galleria Spada».I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.