L’autore analizza una peculiare forma di omicidio del figlio, definito in letteratura maltrattamento con esito fatale. Nella prima parte del lavoro sono descritte dall’Autore le caratteristiche criminologiche del delitto, le modalità di azione; poi viene tratteggiato il peculiare assetto sociale ed ambientale entro cui simili delitti si verificano, infine presentati i caratteristici profili di personalità degli autori. Viene quindi presentato un caso, ritenuto di particolare interesse. Si tratta di caso davvero raro perché nel mondo occidentale la morte per fame costituisce una assoluta eccezione; è particolarmente interessante sul piano psichiatrico-forense perché nell’occasione fu possibile sottoporre ad accertamento tecnico entrambi i caregivers coinvolti nella vicenda. L’eccezionalità e l’estrema crudeltà della condotta delittuosa si fronteggiano con la sostanziale “banalità” del profilo psicopatologico dei due autori. L’autore richiama la necessità di indagine cliniche allargate, tese alla comprensione del percorso di vita dell’individuo, delle soggettive chiavi di senso, le uniche che consentano di restituire comprensibilità ed intellegibilità alle condotte criminose, spogliandole così dell’antico, ma resistente, pregiudizio di follia. Il caso è splendida occasione per affrontare il tema dell’imputabilità in casi simili, laddove cioè l’estrema crudenltà della condotta lasci sospettare l’esistenza di una infermità di mente.

Uccisa per fame. L’accertamento psichiatrico forense nei casi di fatal child maltreatment by parents

CATANESI, Roberto
2011-01-01

Abstract

L’autore analizza una peculiare forma di omicidio del figlio, definito in letteratura maltrattamento con esito fatale. Nella prima parte del lavoro sono descritte dall’Autore le caratteristiche criminologiche del delitto, le modalità di azione; poi viene tratteggiato il peculiare assetto sociale ed ambientale entro cui simili delitti si verificano, infine presentati i caratteristici profili di personalità degli autori. Viene quindi presentato un caso, ritenuto di particolare interesse. Si tratta di caso davvero raro perché nel mondo occidentale la morte per fame costituisce una assoluta eccezione; è particolarmente interessante sul piano psichiatrico-forense perché nell’occasione fu possibile sottoporre ad accertamento tecnico entrambi i caregivers coinvolti nella vicenda. L’eccezionalità e l’estrema crudeltà della condotta delittuosa si fronteggiano con la sostanziale “banalità” del profilo psicopatologico dei due autori. L’autore richiama la necessità di indagine cliniche allargate, tese alla comprensione del percorso di vita dell’individuo, delle soggettive chiavi di senso, le uniche che consentano di restituire comprensibilità ed intellegibilità alle condotte criminose, spogliandole così dell’antico, ma resistente, pregiudizio di follia. Il caso è splendida occasione per affrontare il tema dell’imputabilità in casi simili, laddove cioè l’estrema crudenltà della condotta lasci sospettare l’esistenza di una infermità di mente.
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