Il territorio comunale di Lecce, così come gran parte del Salento (Puglia, Italia) racchiude un importante patrimonio archeologico industriale legato alla presenza di frantoi oleari ipogei o semi-ipogei, detti nel dialetto locale trappeti. Di tale patrimonio vi era, sino ad oggi, una frammentaria conoscenza, tanto che nel Catasto delle Grotte e delle Cavità Artificiali redatto dalla Federazione Speleologica Pugliese per la Regione Puglia ne erano segnalati a Lecce solo tre. Dalle descrizioni presenti nei Catasti onciari della metà del 1700 possiamo dedurre che nel territorio di Lecce, all’epoca, si contavano quaranta ipogei, legati, perlopiù, a complessi masserizi ubicati, in special modo, nell’area a Nord della città. Nel lavoro che qui si presenta si espongono i risultati di rilievi geologici e topografici su 17 frantoi che sono stati ritrovati nel territorio comunale di Lecce. Di questi, 6 sono stati recuperati dai proprietari ed adibiti a vari scopi, per lo più connessi ad attività turistiche, mentre gli altri 11 versano in stato di abbandono. Quattro frantoi sono di proprietà pubblica, uno dei quali è ubicato nella città di Lecce, su suolo di proprietà comunale. La sua individuazione è avvenuta a seguito di un crollo del terreno di copertura ed allo stato attuale l’area annessa al frantoio è recintata ma l’ipogeo non è stato recuperato. In generale, purtroppo in molti casi, i frantoi sono divenuti luoghi di discarica che si è stratificata nel corso dei decenni. Oggi essi potrebbero costituire splendidi esempi delle correlazioni esistenti tra le attività antropiche di archeologia industriale e la geologia dei luoghi, divenendo parte essenziale di specifici progetti di recupero. I
Archeologia industriale e geologia: proposta di recupero dei frantoi ipogei di Lecce
PARISE M.
2019-01-01
Abstract
Il territorio comunale di Lecce, così come gran parte del Salento (Puglia, Italia) racchiude un importante patrimonio archeologico industriale legato alla presenza di frantoi oleari ipogei o semi-ipogei, detti nel dialetto locale trappeti. Di tale patrimonio vi era, sino ad oggi, una frammentaria conoscenza, tanto che nel Catasto delle Grotte e delle Cavità Artificiali redatto dalla Federazione Speleologica Pugliese per la Regione Puglia ne erano segnalati a Lecce solo tre. Dalle descrizioni presenti nei Catasti onciari della metà del 1700 possiamo dedurre che nel territorio di Lecce, all’epoca, si contavano quaranta ipogei, legati, perlopiù, a complessi masserizi ubicati, in special modo, nell’area a Nord della città. Nel lavoro che qui si presenta si espongono i risultati di rilievi geologici e topografici su 17 frantoi che sono stati ritrovati nel territorio comunale di Lecce. Di questi, 6 sono stati recuperati dai proprietari ed adibiti a vari scopi, per lo più connessi ad attività turistiche, mentre gli altri 11 versano in stato di abbandono. Quattro frantoi sono di proprietà pubblica, uno dei quali è ubicato nella città di Lecce, su suolo di proprietà comunale. La sua individuazione è avvenuta a seguito di un crollo del terreno di copertura ed allo stato attuale l’area annessa al frantoio è recintata ma l’ipogeo non è stato recuperato. In generale, purtroppo in molti casi, i frantoi sono divenuti luoghi di discarica che si è stratificata nel corso dei decenni. Oggi essi potrebbero costituire splendidi esempi delle correlazioni esistenti tra le attività antropiche di archeologia industriale e la geologia dei luoghi, divenendo parte essenziale di specifici progetti di recupero. II documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.