Dealing with the issue of professional experiencing implies the necessity to reflect according to two different points of view, the ontologic and the epistemic one, which are not to be considered as distinct plans of the pedagocical analysis, but as strictly related to each other, if considered within a phenomenological frame. In the following contribution, indeed, phenomenology, apart from being a mere method to retrieve the onthology of the intellectual work practice, is also the most appropriate style, research attitude aimed at the construction of a really significant professional and personal epistemology of the researcher. It belongs, more specifically, to a pedagogy based on anthropological principles, which, before the loss of sense of all the professions, even the intellectual ones, can allow the researcher to put himself into a listening dimension, into a subjective- epistemic, ethic and spiritual self-comprehensive dimension facing the complexity of his experience in order to give it sense.

Affrontare la questione relativa all’esperire professionale obbliga a riflettere su due dimensioni, quella ontologica e quella epistemologica, che non appartengono a due piani distinti dell’analisi pedagogica come si potrebbe pensare, ma strettamente correlati tra loro, se pensati entro una cornice di indagine di tipo fenomenologico. La ricerca pedagogica più matura, sulla base anche delle teorie più accreditate sviluppate dalle altre scienze umane e sociali e dalle neuroscienze sulle pratiche professionali, nel corso degli anni, non ha mancato di dare un’indicazione di metodo per leggere, spiegare e talvolta anche comprendere l’esperienzialità come categoria connessa ai contesti educativo-formativo-professionali e ai processi di apprendimento che in essi hanno luogo. L’interesse, a ben vedere, fino ad oggi sembra essersi orientato più a conoscere i modi sottesi alla costruzione della conoscenza nelle comunità professionali , che non su una lettura intesa ad evidenziare il valore ontologico, eidetico e umano, nel senso appunto di spirituale e profondo dell’esperienzialità. Nel contributo che segue, la fenomenologia, oltre che semplice metodo, per recuperare l’ontologia della pratica del lavoro intellettuale, sarà anche lo stile, l’atteggiamento di indagine più appropriato per la costruzione di una epistemologia professionale e personale del ricercatore carica di senso. Essa, più in particolare, rappresenta il proprium di una pedagogia antropologicamente fondata, che, nello smarrimento di senso evidenziato nelle professioni, finanche quella intellettuale, può consentire al ricercatore di porsi in una dimensione di ascolto e di autocomprensione soggettivo-epistemica, etica e spirituale rispetto alla complessità e alla problematicità della sua esperienza per darle significato e senso.

Lo sguardo fenomenologico sull’esperire scientifico-professionale. Per una lettura pedagogica costruttrice di senso - The phenomenologic glance on the professional-scientific experience. For a pedagogical reading giving a sense

SCHIEDI, Adriana
2019-01-01

Abstract

Dealing with the issue of professional experiencing implies the necessity to reflect according to two different points of view, the ontologic and the epistemic one, which are not to be considered as distinct plans of the pedagocical analysis, but as strictly related to each other, if considered within a phenomenological frame. In the following contribution, indeed, phenomenology, apart from being a mere method to retrieve the onthology of the intellectual work practice, is also the most appropriate style, research attitude aimed at the construction of a really significant professional and personal epistemology of the researcher. It belongs, more specifically, to a pedagogy based on anthropological principles, which, before the loss of sense of all the professions, even the intellectual ones, can allow the researcher to put himself into a listening dimension, into a subjective- epistemic, ethic and spiritual self-comprehensive dimension facing the complexity of his experience in order to give it sense.
2019
Affrontare la questione relativa all’esperire professionale obbliga a riflettere su due dimensioni, quella ontologica e quella epistemologica, che non appartengono a due piani distinti dell’analisi pedagogica come si potrebbe pensare, ma strettamente correlati tra loro, se pensati entro una cornice di indagine di tipo fenomenologico. La ricerca pedagogica più matura, sulla base anche delle teorie più accreditate sviluppate dalle altre scienze umane e sociali e dalle neuroscienze sulle pratiche professionali, nel corso degli anni, non ha mancato di dare un’indicazione di metodo per leggere, spiegare e talvolta anche comprendere l’esperienzialità come categoria connessa ai contesti educativo-formativo-professionali e ai processi di apprendimento che in essi hanno luogo. L’interesse, a ben vedere, fino ad oggi sembra essersi orientato più a conoscere i modi sottesi alla costruzione della conoscenza nelle comunità professionali , che non su una lettura intesa ad evidenziare il valore ontologico, eidetico e umano, nel senso appunto di spirituale e profondo dell’esperienzialità. Nel contributo che segue, la fenomenologia, oltre che semplice metodo, per recuperare l’ontologia della pratica del lavoro intellettuale, sarà anche lo stile, l’atteggiamento di indagine più appropriato per la costruzione di una epistemologia professionale e personale del ricercatore carica di senso. Essa, più in particolare, rappresenta il proprium di una pedagogia antropologicamente fondata, che, nello smarrimento di senso evidenziato nelle professioni, finanche quella intellettuale, può consentire al ricercatore di porsi in una dimensione di ascolto e di autocomprensione soggettivo-epistemica, etica e spirituale rispetto alla complessità e alla problematicità della sua esperienza per darle significato e senso.
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