Il patto di stabilità territorializzato nasce con la finalità di distribuire gli spazi finanziari agli enti locali in base alle loro effettive capacità di spesa evitando che i risparmi conseguiti dai comuni si traducano in un risparmio di spesa che concorre al risanamento della finanza pubblica statale oltre gli obiettivi loro assegnati. Trattasi, infatti, di spazi finanziari utilizzabili dalle amministrazioni territoriali per lo sviluppo locale ma che si tramutano in economie di spesa eccedenti gli obiettivi assegnati al settore delle Autonomie locali consentendo, così, un pari peggioramento dell’obiettivo di altri settori della PA. La flessibilizzazione degli obiettivi del PSI a livello territoriale attraverso l’intervento della regione, invece, permette di individuare gli enti meritori e bisognevoli di ulteriori spazi finanziari . Il concorso dell’ente regionale alla gestione del PSI tramite la regionalizzazione dello stesso, infatti, ha permesso di attenuare gli effetti distorsivi delle regole fiscali generali, stabilite a livello centrale, attraverso appositi interventi correttivi. Continuano, però, a residuare spazi finanziari inutilizzati dalle autonomie locali che rappresentano una componente ineliminabile dato il carattere sostanzialmente esogeno dell’effetto overshooting. Nel complesso, alla regione sarà devoluto un delicato ruolo di coordinamento della finanza locale astretto tra le ambizioni espansive degli enti locali ed il rigoroso controllo della spesa pubblica a livello centrale. Tali nuove responsabilità a cui è chiamata a rispondere la regione devono, quindi, rappresentare il frutto di una attiva collaborazione tra tutti i livelli di governo volta ad abbinare gli obiettivi di risparmio con quelli di sviluppo locale.
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Titolo: | I patti di solidarietà tra esigenze di flessibilità e declinazione domestica del Patto di stabilità e crescita |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 2015 |
Abstract: | Il patto di stabilità territorializzato nasce con la finalità di distribuire gli spazi finanziari agli enti locali in base alle loro effettive capacità di spesa evitando che i risparmi conseguiti dai comuni si traducano in un risparmio di spesa che concorre al risanamento della finanza pubblica statale oltre gli obiettivi loro assegnati. Trattasi, infatti, di spazi finanziari utilizzabili dalle amministrazioni territoriali per lo sviluppo locale ma che si tramutano in economie di spesa eccedenti gli obiettivi assegnati al settore delle Autonomie locali consentendo, così, un pari peggioramento dell’obiettivo di altri settori della PA. La flessibilizzazione degli obiettivi del PSI a livello territoriale attraverso l’intervento della regione, invece, permette di individuare gli enti meritori e bisognevoli di ulteriori spazi finanziari . Il concorso dell’ente regionale alla gestione del PSI tramite la regionalizzazione dello stesso, infatti, ha permesso di attenuare gli effetti distorsivi delle regole fiscali generali, stabilite a livello centrale, attraverso appositi interventi correttivi. Continuano, però, a residuare spazi finanziari inutilizzati dalle autonomie locali che rappresentano una componente ineliminabile dato il carattere sostanzialmente esogeno dell’effetto overshooting. Nel complesso, alla regione sarà devoluto un delicato ruolo di coordinamento della finanza locale astretto tra le ambizioni espansive degli enti locali ed il rigoroso controllo della spesa pubblica a livello centrale. Tali nuove responsabilità a cui è chiamata a rispondere la regione devono, quindi, rappresentare il frutto di una attiva collaborazione tra tutti i livelli di governo volta ad abbinare gli obiettivi di risparmio con quelli di sviluppo locale. |
Handle: | http://hdl.handle.net/11586/247925 |
ISBN: | 9788813340742 |
Appare nelle tipologie: | 2.1 Contributo in volume (Capitolo o Saggio) |