Il punto di partenza del nostro lavoro è un dato chiaro ed eloquente: la popolazione detenuta in Italia si uccide o commette atti autolesivi, fra le 9 e le 21 volte in più rispetto alla restante parte della popolazione. Il suicidio e la commissione di atti autolesivi non suicidiari risultano la forma più comune di aggressività auto-inferta all’interno delle strutture detentive. Parlare di suicidio o di atti autolesivi, è un compito molto arduo e delicato, alla luce della polifattorialità del fenomeno. Talvolta, tali gesti sono visti e impiegati come l’unico strumento in grado di comunicare il proprio disagio, i propri bisogni e la necessità di essere ascoltati
ANALISI DEL RISCHIO SUICIDARIO E AUTOLESIVO IN CARCERE - UNA REVISIONE SISTEMATICA
Ignazio Grattagliano;Federica Misceo;Roberto Catanesi
2019-01-01
Abstract
Il punto di partenza del nostro lavoro è un dato chiaro ed eloquente: la popolazione detenuta in Italia si uccide o commette atti autolesivi, fra le 9 e le 21 volte in più rispetto alla restante parte della popolazione. Il suicidio e la commissione di atti autolesivi non suicidiari risultano la forma più comune di aggressività auto-inferta all’interno delle strutture detentive. Parlare di suicidio o di atti autolesivi, è un compito molto arduo e delicato, alla luce della polifattorialità del fenomeno. Talvolta, tali gesti sono visti e impiegati come l’unico strumento in grado di comunicare il proprio disagio, i propri bisogni e la necessità di essere ascoltatiFile | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
ANALISI DEL RISCHIO SUICIDARIO E AUTOLESIVO IN CAR- CERE - UNA REVISIONE SISTEMATICA.pdf
non disponibili
Tipologia:
Documento in Post-print
Licenza:
NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione
314.48 kB
Formato
Adobe PDF
|
314.48 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.