Gentile e Gramsci, una «relazione problematica», così la definisce B. de Giovanni , che mette a confronto due scuole di pensiero, il neoidealismo e il marxismo italiano, due mondi lontani e diversi che comunque hanno in B. Croce un punto di riferimento, quel filosofo che Togliatti definiva non a torto “il maggiore educatore della generazione nostra in Italia” . La “relazione problematica” Gramsci-Gentile trova nelle questioni pedagogico-educative un terreno fertile di confronto e di scontro dal quale scaturiscono riflessioni ad ampio raggio su diversi temi di natura politica, sociale, filosofica e via dicendo. E se nel Sommario di pedagogia Gentile smentisce la prassi gramsciana, ribadisce la dimensione pedagogica dell’attualismo basato su di un rapporto organico tra forza e consenso, delinea il ruolo organico degli intellettuali, nei Quaderni e nelle Lettere Gramsci, lì dove sofferma il suo pensiero su temi di rilevanza pedagogica, non solo puntualizza la filosofia della prassi, ma avanza le più argute critiche al neoidealismo gentiliano. È questo confronto dialettico che seguiremo come traccia per meglio comprendere la ´relazione problematica` tra Gentile e Gramsci a cui facevamo riferimento.
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Titolo: | La prassi gramsciana come critica dell'astrattismo gentiliano |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 2019 |
Handle: | http://hdl.handle.net/11586/241267 |
ISBN: | 978-88-382-4388-2 |
Appare nelle tipologie: | 2.1 Contributo in volume (Capitolo o Saggio) |