Mentre l'Italia sta rapidamente invecchiando, la quota dell'emigrazione giovanile è quintuplicata in dieci anni. Nei prossimi 25 anni la popolazione compresa fra i 20 e i 64 anni diminuirà di 6 milioni. La quota degli over 65 sarà pari al 33%, superiore di 5 punti rispetto alla media dell'UE. Ma il vero problema sono, sin da oggi, i giovani laureati che se ne vanno. Nel solo 2018 se ne sono andati all'estero in 120.000, nell'arco temporale 2007-2017 il Mezzogiorno ha perso 193.000 laureati, di cui 165.000 verso il Nord. Nello stesso periodo dal Nord sono emigrati all'estero 69.000 laureati. "È una tendenza che comporta costi sociali immediati e che condiziona negativamente le prospettive di sviluppo", ha scritto Visco, anche in ragione dei ritardi strutturali con i quali l’Italia sta rispondendo alla rivoluzione tecnologica. C'è una relazione causale fra l'invisibilità sociale dei giovani e l'invisibilità sociale del "fattore insegnante"? A che serve, infatti, valorizzare professionisti che formano per un mercato che non è in grado di assorbire il capitale umano formato dalle scuole e dalle università? Il testo argomenta alcune possibili risposte ai dati e a tali domande.
Titolo: | Editoriale SIRD: Giovani invisibili, educazione ostinata |
Autori: | PERLA, Loredana (Corresponding) |
Data di pubblicazione: | 2019 |
Rivista: | |
Handle: | http://hdl.handle.net/11586/234478 |
ISBN: | ISSN 2038-9744 (testo on line) |
Appare nelle tipologie: | 1.1 Articolo in rivista |
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