Ripercorrendo – sin dai suoi albori – l’evoluzione del quadro legale in materia di potere disciplinare nel rapporto di lavoro alle dipendenze della pubblica amministrazione, il saggio ne traccia la configurazione giuridica e mette a fuoco il complesso intreccio tra la natura contrattuale di tale potere e i suoi evidenti tratti di specialità rispetto al diritto comune dei contratti. A questo punto, l’analisi si concentra sulle novità legislative di cui al D.lgs. n. 150/2009, che impongono di verificare se la predetta configurazione possa considerarsi scalfita dalla introduzione della (presunta) obbligatorietà dell’azione disciplinare da parte del datore di lavoro pubblico (che sembra accentuare la rilevanza pubblicistica dell’interesse a reprimere gli illeciti disciplinari del pubblico dipendente). Infine, il lavoro si preoccupa di indagare i riflessi derivanti dall’ulteriore innovazione apportata dalla cosiddetta riforma Brunetta in tema di sanzioni disciplinari, ossia il ridimensionamento del ruolo dell’autonomia collettiva nella determinazione dei profili sostanziali e procedurali della materia, nel segno di una complessiva (ri)legificazione che caratterizza il nuovo assetto delle fonti di regolazione del lavoro pubblico.

Fondamento e fonti del potere disciplinare nel lavoro pubblico

VOZA, Roberto
2011-01-01

Abstract

Ripercorrendo – sin dai suoi albori – l’evoluzione del quadro legale in materia di potere disciplinare nel rapporto di lavoro alle dipendenze della pubblica amministrazione, il saggio ne traccia la configurazione giuridica e mette a fuoco il complesso intreccio tra la natura contrattuale di tale potere e i suoi evidenti tratti di specialità rispetto al diritto comune dei contratti. A questo punto, l’analisi si concentra sulle novità legislative di cui al D.lgs. n. 150/2009, che impongono di verificare se la predetta configurazione possa considerarsi scalfita dalla introduzione della (presunta) obbligatorietà dell’azione disciplinare da parte del datore di lavoro pubblico (che sembra accentuare la rilevanza pubblicistica dell’interesse a reprimere gli illeciti disciplinari del pubblico dipendente). Infine, il lavoro si preoccupa di indagare i riflessi derivanti dall’ulteriore innovazione apportata dalla cosiddetta riforma Brunetta in tema di sanzioni disciplinari, ossia il ridimensionamento del ruolo dell’autonomia collettiva nella determinazione dei profili sostanziali e procedurali della materia, nel segno di una complessiva (ri)legificazione che caratterizza il nuovo assetto delle fonti di regolazione del lavoro pubblico.
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