Lo studio ricostruisce i confini degli interessi di rilevanza pubblicistica all’efficiente funzionamento della rete internet, al controllo sui contenuti diffusi attraverso la stessa ed alla concorrenzialità dei mercati dei servizi di comunicazioni elettroniche, ed approfondisce il rapporto tra tali interessi ed il principio di neutralità della rete (net neutrality). Nell’ordinamento nord-americano la Federal Communication Commission ha esteso l’applicazione del principio di neutralità della rete – già noto a partire dalla fine del XIX secolo - anche ad internet, suscitando un vivace dibattito giurisprudenziale e dottrinario che viene ripercorso nelle sue tappe essenziali. Nel saggio si analizzano le soluzioni offerte dall’ordinamento dell’Unione europea in riferimento alle esigenze di concorrenzialità dei mercati di fornitura di connessione e di tutela degli utenti finali dei servizi di accesso a internet; al ruolo delle Autorità nazionali di regolamentazione, della Commissione e del BEREC; alla disciplina introdotta con il regolamento 2015/2120, con particolare riguardo alla portata ed ai limiti dei poteri di vigilanza e sanzionatori che le Autorità esercitano sull’operato dei fornitori di comunicazioni elettroniche. Si affronta la declinazione del principio di net neutrality nell’ordinamento italiano, specie in relazione ai poteri dell’AGCom nel concerto regolamentare europeo ed alla crescente valenza giuridica che, nel settore di riferimento, assumono le regole di soft law. L’analisi condotta lascia emergere un interesse pubblico alla neutralità della rete, la cui cura deve essere affidata a pubblici poteri chiamati ‒ attraverso l’esercizio di funzioni amministrative, normative, paragiurisdizionali ‒ a garantire i diritti fondamentali degli utenti prima ancora che la concorrenzialità dei mercati di riferimento. Si sottolinea la necessità di un più solido fondamento giuridico per l’attribuzione di tali funzioni, in un quadro regolamentare che ‒ siccome riferito ad un mezzo per sua natura universale ‒ dovrebbe tendere ad una dimensione non solo sovranazionale o internazionale, ma globale.

Net neutrality e poteri amministrativi

Piergiuseppe Otranto
2019-01-01

Abstract

Lo studio ricostruisce i confini degli interessi di rilevanza pubblicistica all’efficiente funzionamento della rete internet, al controllo sui contenuti diffusi attraverso la stessa ed alla concorrenzialità dei mercati dei servizi di comunicazioni elettroniche, ed approfondisce il rapporto tra tali interessi ed il principio di neutralità della rete (net neutrality). Nell’ordinamento nord-americano la Federal Communication Commission ha esteso l’applicazione del principio di neutralità della rete – già noto a partire dalla fine del XIX secolo - anche ad internet, suscitando un vivace dibattito giurisprudenziale e dottrinario che viene ripercorso nelle sue tappe essenziali. Nel saggio si analizzano le soluzioni offerte dall’ordinamento dell’Unione europea in riferimento alle esigenze di concorrenzialità dei mercati di fornitura di connessione e di tutela degli utenti finali dei servizi di accesso a internet; al ruolo delle Autorità nazionali di regolamentazione, della Commissione e del BEREC; alla disciplina introdotta con il regolamento 2015/2120, con particolare riguardo alla portata ed ai limiti dei poteri di vigilanza e sanzionatori che le Autorità esercitano sull’operato dei fornitori di comunicazioni elettroniche. Si affronta la declinazione del principio di net neutrality nell’ordinamento italiano, specie in relazione ai poteri dell’AGCom nel concerto regolamentare europeo ed alla crescente valenza giuridica che, nel settore di riferimento, assumono le regole di soft law. L’analisi condotta lascia emergere un interesse pubblico alla neutralità della rete, la cui cura deve essere affidata a pubblici poteri chiamati ‒ attraverso l’esercizio di funzioni amministrative, normative, paragiurisdizionali ‒ a garantire i diritti fondamentali degli utenti prima ancora che la concorrenzialità dei mercati di riferimento. Si sottolinea la necessità di un più solido fondamento giuridico per l’attribuzione di tali funzioni, in un quadro regolamentare che ‒ siccome riferito ad un mezzo per sua natura universale ‒ dovrebbe tendere ad una dimensione non solo sovranazionale o internazionale, ma globale.
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