Idee su come aiutare i paesi meno fortunati a percorrere la via del progresso e del benessere circolano già alla fine della seconda guerra mondiale, ma nel dopoguerra l'utopia della modernizzazione universale si scontra con la realtà del nuovo ordine internazionale bipolare. L'industria dell'assistenza all'estero nasce durante la guerra fredda e sono le motivazioni strategiche - di politica estera, di politica della sicurezza, di politica economica – delle maggiori potenze a disegnare la geografia e a condizionare obiettivi e strumenti degli aiuti economici (e militari), prima per consolidare i blocchi, poi per allargarne l'influenza ai paesi arretrati. È lo scenario in cui negli anni Cinquanta nasce e si svolge la riflessione teorica sulle cause del "sottosviluppo" e sull'economia dello sviluppo. Questo libro racconta come l''Italia, cogliendo l'occasione offerta dalla crescente attenzione ai problemi delle aree arretrate, proponga il Mezzogiorno come laboratorio delle politiche di sviluppo occidentali in funzione anticomunista e riesca così a massimizzare gli aiuti americani e internazionali a vantaggio del paese intero. Il superamento (o meno) dell'arretratezza del Mezzogiorno diventa una questione di interesse internazionale e un precedente con cui confrontarsi sia per i paesi meno sviluppati del blocco occidentale, sia per i paesi arretrati di recente e nuova indipendenza, tutti alle prese con problemi simili, ovvero con la necessità di mobilitare risorse estere per avviare lo sviluppo e con i vincoli imposti dalla guerra fredda e dalla crescente interdipendenza dei mercati. La vicenda degli aiuti al Mezzogiorno riassume quindi efficacemente quali siano – durante la guerra fredda – gli interessi nazionali/internazionali in gioco nella negoziazione degli aiuti e quali strategie possano utilizzare i paesi clienti per interpretare attivamente il rapporto con i paesi donatori riducendo il peso dei vincoli e dei condizionamenti, ma anticipa anche quali possano essere i costi delle ricette di sviluppo imposte, in cambio degli aiuti, ai paesi clienti.

La trappola degli aiuti. Sottosviluppo, Mezzogiorno e guerra fredda negli anni Cinquanta

VILLANI, CLAUDIA
2007-01-01

Abstract

Idee su come aiutare i paesi meno fortunati a percorrere la via del progresso e del benessere circolano già alla fine della seconda guerra mondiale, ma nel dopoguerra l'utopia della modernizzazione universale si scontra con la realtà del nuovo ordine internazionale bipolare. L'industria dell'assistenza all'estero nasce durante la guerra fredda e sono le motivazioni strategiche - di politica estera, di politica della sicurezza, di politica economica – delle maggiori potenze a disegnare la geografia e a condizionare obiettivi e strumenti degli aiuti economici (e militari), prima per consolidare i blocchi, poi per allargarne l'influenza ai paesi arretrati. È lo scenario in cui negli anni Cinquanta nasce e si svolge la riflessione teorica sulle cause del "sottosviluppo" e sull'economia dello sviluppo. Questo libro racconta come l''Italia, cogliendo l'occasione offerta dalla crescente attenzione ai problemi delle aree arretrate, proponga il Mezzogiorno come laboratorio delle politiche di sviluppo occidentali in funzione anticomunista e riesca così a massimizzare gli aiuti americani e internazionali a vantaggio del paese intero. Il superamento (o meno) dell'arretratezza del Mezzogiorno diventa una questione di interesse internazionale e un precedente con cui confrontarsi sia per i paesi meno sviluppati del blocco occidentale, sia per i paesi arretrati di recente e nuova indipendenza, tutti alle prese con problemi simili, ovvero con la necessità di mobilitare risorse estere per avviare lo sviluppo e con i vincoli imposti dalla guerra fredda e dalla crescente interdipendenza dei mercati. La vicenda degli aiuti al Mezzogiorno riassume quindi efficacemente quali siano – durante la guerra fredda – gli interessi nazionali/internazionali in gioco nella negoziazione degli aiuti e quali strategie possano utilizzare i paesi clienti per interpretare attivamente il rapporto con i paesi donatori riducendo il peso dei vincoli e dei condizionamenti, ma anticipa anche quali possano essere i costi delle ricette di sviluppo imposte, in cambio degli aiuti, ai paesi clienti.
2007
978-88-6194-021-5
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