Il saggio ha per oggetto il tema dell'educazione affettiva e del suo valore nella pratica di insegnamento. L’insegnamento, infatti, implica sempre, al di là delle intenzioni dichiarate dal docente, un contatto diretto con la dimensione affettiva profonda del proprio sé e di quello degli allievi. Tale contatto, che si fa esperienza di relazione a partire dal primo incontro di sguardi in aula, è generativo di trasformazione, nel bene e nel male, sia per gli allievi che per gli insegnanti. Per questo, pur non essendo l'insegnamento una professione clinica in senso stretto, esso va riguardato (e studiato) anche nelle sue componenti emozionali, affinché l'incontro generazionale fra maestri e studenti si faccia esperienza rispettosa dell'umano e delle sue infinite possibilità di espressione. L'analisi e lo studio del sentire non è, tuttavia, sufficiente in sede di ricerca didattica. Altrettanto importante è anche il lavoro teorico sui modelli di formazione degli insegnanti all'esercizio del sentire, qui inteso come familiarizzazione col proprio mondo emotivo e come formazione e auto-formazione alla fondamentale dualità "sapere-affetti". L'insegnamento è mestiere dell'umano , è sapere pratico e, come tale, fortemente innervato da variabili di tipo sociale, istituzionale, personale. Una didattica dell'implicito può sicuramente qualificare lo spazio della necessaria consapevolizzazione, da parte dell'insegnante, degli impatti che il sentire provoca sulla qualità delle relazioni educative e didattiche. E la scrittura professionale, nelle sue funzioni esplicitative e narrative, è fra i dispositivi elettivi di accompagnamento a tale procedura del pensiero.
L'esercizio del sentire nella generazione del sapere pratico dell'insegnante: analisi e scrittura
Perla L.
2018-01-01
Abstract
Il saggio ha per oggetto il tema dell'educazione affettiva e del suo valore nella pratica di insegnamento. L’insegnamento, infatti, implica sempre, al di là delle intenzioni dichiarate dal docente, un contatto diretto con la dimensione affettiva profonda del proprio sé e di quello degli allievi. Tale contatto, che si fa esperienza di relazione a partire dal primo incontro di sguardi in aula, è generativo di trasformazione, nel bene e nel male, sia per gli allievi che per gli insegnanti. Per questo, pur non essendo l'insegnamento una professione clinica in senso stretto, esso va riguardato (e studiato) anche nelle sue componenti emozionali, affinché l'incontro generazionale fra maestri e studenti si faccia esperienza rispettosa dell'umano e delle sue infinite possibilità di espressione. L'analisi e lo studio del sentire non è, tuttavia, sufficiente in sede di ricerca didattica. Altrettanto importante è anche il lavoro teorico sui modelli di formazione degli insegnanti all'esercizio del sentire, qui inteso come familiarizzazione col proprio mondo emotivo e come formazione e auto-formazione alla fondamentale dualità "sapere-affetti". L'insegnamento è mestiere dell'umano , è sapere pratico e, come tale, fortemente innervato da variabili di tipo sociale, istituzionale, personale. Una didattica dell'implicito può sicuramente qualificare lo spazio della necessaria consapevolizzazione, da parte dell'insegnante, degli impatti che il sentire provoca sulla qualità delle relazioni educative e didattiche. E la scrittura professionale, nelle sue funzioni esplicitative e narrative, è fra i dispositivi elettivi di accompagnamento a tale procedura del pensiero.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Perla in FABBRI-Educare gli affetti.pdf
non disponibili
Tipologia:
Documento in Post-print
Licenza:
NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione
901.3 kB
Formato
Adobe PDF
|
901.3 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.