La buona alimentazione e un ambiente salubre costituiscono anche diritti umani fondamentali, che esigono costante e crescente tutela, soprattutto, per costruire un progresso morale e sociale che non sia contro l’uomo. Ma, se da un lato crescono le iniziative per recuperare il miglioramento del benessere sociale e personale, dall’altro si moltiplicano le sofisticazioni del cibo e le forme di inquinamento ambientale che danneggiano quella che papa Francesco chiama la “casa comune”, mentre l’avanzare della “cultura dello scarto” compromette gradualmente l’ecosistema. Non è un caso se, per accrescere consapevolezza e responsabailità a questi temi sono dedicati due grandi eventi di fine anno, come l’expo di Milano 2015 (maggio-ottobre 2015) e la XXI conferenza internazionale sul clima di Parigi (30 novembre-11 dicembre 2015), organizzata dalla Convenzione quadro delle nazioni unite sui cambiamenti climatici (Unfccc). Tra le numerose iniziative, l’expo di Milano ha varato un documento, chiamato “Carta di Milano”, partecipato e condiviso da cittadini, associazioni, imprese, istituzioni con cui ognuno si assume la propria responsabilità per garantire alle generazioni future di poter godere del diritto al cibo, diritto umano fondamentale. Quando è negato l’accesso a << cibo sano, sufficiente e nutriente, acqua pulita ed energia>>, si legge nella carta, è evidente la <>. Per questo la Carta propone una <> per <>. Quanto alla Conferenza sul clima, voluto dalla Conferenza sull’ambiente e sullo sviluppo delle Nazioni unite (Unced) dopo oltre 20 anni di mediazioni e protocolli, l’obiettivo è costituito dalla formalizzazione di un accordo condiviso e accettato da tutte le nazioni, ma soprattutto effettivo all’interno dei singoli Paesi. Tuttavia, è ben evidente che ogni cambiamento sarà possibile solo se saranno individuate soluzioni integrali e se si sarà in grado di dar vita a un nuovo umanesimo, che <> (Laudato si’, n.141). In questo scenario culturale, la prospettiva del diritto canonico è uno dei saperi che può contribuire a far crescere consapevolezza e responsabilità. Il diritto canonico, parte viva e attuale della vita e della storia della chiesa cattolica, possiede una forza motivante che apre nuovi orizzonti nel panorama del dialogo tra fede e scienza, sostenendo la concretezza dei principi etici, che possono essere <> (Laudato si’, n.199). Lo studio delle norme del diritto canonico relative al cibo e al contrasto delle sue contaminazioni nella sua prospettiva spazio-temporale ed ecclesiale offre una diversa valenza del cibo, come valore primario per la tutela della salute e del benessere anche spirituale delle persone. Così come la visione religiosa dell’ambiente e della sua tutela qualificano il contrasto alle forme di inquinamento nella logica del peccato e della riconciliazione verso un “umanesimo ecologico”. Le analisi proposte in questo saggio si muovono, quindi, nella direzione di una più diffusa comprensione dei principi giuridici e del dialogo tra le scienze, affinché possa essere contrastata quella cattiva conoscenza, che ha consentito (e consente) a persone, società e Stati di giustificare ogni forma di abuso e manipolazione del cibo e dell’ambiente. Alimentazione e ambiente hanno valore nella misura in cui, emancipandosi dai miti della modernità, favoriscono lo sviluppo e la promozione dei popoli, recuperando quella ragionevolezza del vivere, che rispetta la dignità della persona umana e la bellezza che il Creatore ha posto in tutto ciò che esiste.
CIBO E AMBIENTE. MANIPOLAZIONI E TUTELE NEL DIRITTO CANONICO
Gaetano Dammacco
2015-01-01
Abstract
La buona alimentazione e un ambiente salubre costituiscono anche diritti umani fondamentali, che esigono costante e crescente tutela, soprattutto, per costruire un progresso morale e sociale che non sia contro l’uomo. Ma, se da un lato crescono le iniziative per recuperare il miglioramento del benessere sociale e personale, dall’altro si moltiplicano le sofisticazioni del cibo e le forme di inquinamento ambientale che danneggiano quella che papa Francesco chiama la “casa comune”, mentre l’avanzare della “cultura dello scarto” compromette gradualmente l’ecosistema. Non è un caso se, per accrescere consapevolezza e responsabailità a questi temi sono dedicati due grandi eventi di fine anno, come l’expo di Milano 2015 (maggio-ottobre 2015) e la XXI conferenza internazionale sul clima di Parigi (30 novembre-11 dicembre 2015), organizzata dalla Convenzione quadro delle nazioni unite sui cambiamenti climatici (Unfccc). Tra le numerose iniziative, l’expo di Milano ha varato un documento, chiamato “Carta di Milano”, partecipato e condiviso da cittadini, associazioni, imprese, istituzioni con cui ognuno si assume la propria responsabilità per garantire alle generazioni future di poter godere del diritto al cibo, diritto umano fondamentale. Quando è negato l’accesso a << cibo sano, sufficiente e nutriente, acqua pulita ed energia>>, si legge nella carta, è evidente la <>. Per questo la Carta propone una <> per <>. Quanto alla Conferenza sul clima, voluto dalla Conferenza sull’ambiente e sullo sviluppo delle Nazioni unite (Unced) dopo oltre 20 anni di mediazioni e protocolli, l’obiettivo è costituito dalla formalizzazione di un accordo condiviso e accettato da tutte le nazioni, ma soprattutto effettivo all’interno dei singoli Paesi. Tuttavia, è ben evidente che ogni cambiamento sarà possibile solo se saranno individuate soluzioni integrali e se si sarà in grado di dar vita a un nuovo umanesimo, che <> (Laudato si’, n.141). In questo scenario culturale, la prospettiva del diritto canonico è uno dei saperi che può contribuire a far crescere consapevolezza e responsabilità. Il diritto canonico, parte viva e attuale della vita e della storia della chiesa cattolica, possiede una forza motivante che apre nuovi orizzonti nel panorama del dialogo tra fede e scienza, sostenendo la concretezza dei principi etici, che possono essere <> (Laudato si’, n.199). Lo studio delle norme del diritto canonico relative al cibo e al contrasto delle sue contaminazioni nella sua prospettiva spazio-temporale ed ecclesiale offre una diversa valenza del cibo, come valore primario per la tutela della salute e del benessere anche spirituale delle persone. Così come la visione religiosa dell’ambiente e della sua tutela qualificano il contrasto alle forme di inquinamento nella logica del peccato e della riconciliazione verso un “umanesimo ecologico”. Le analisi proposte in questo saggio si muovono, quindi, nella direzione di una più diffusa comprensione dei principi giuridici e del dialogo tra le scienze, affinché possa essere contrastata quella cattiva conoscenza, che ha consentito (e consente) a persone, società e Stati di giustificare ogni forma di abuso e manipolazione del cibo e dell’ambiente. Alimentazione e ambiente hanno valore nella misura in cui, emancipandosi dai miti della modernità, favoriscono lo sviluppo e la promozione dei popoli, recuperando quella ragionevolezza del vivere, che rispetta la dignità della persona umana e la bellezza che il Creatore ha posto in tutto ciò che esiste.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.