Il saggio prende spunto dall’unione di Ferrante Gonzaga, valente militare al servizio di Carlo V e futuro duca di Guastalla, con l’ereditiera napoletana Isabella di Capua, principessa di Molfetta; patrocinate dal cardinale Ercole Gonzaga, le nozze furono celebrate nell’agosto del 1530 segretamente e per procura, lo sposo assente perché impegnato nell’assedio di Firenze. La vicenda induce a riflettere sul contesto politico della penisola italiana tra il terzo e il quarto decennio del Cinquecento, percorsa da irrequietezze religiose e coinvolta nel conflitto tra Asburgo e Valois, nel corso del quale principi ed esponenti delle élites furono chiamati a compiere una scelta di campo. In tale prospettiva vanno pure inquadrate le alleanze matrimoniali che dovevano essere concluse in ambiti che non dessero adito ad ambiguità, inducendo i filoimperiali Gonzaga a legarsi a famiglie della feudalità meridionale di stessa fede politica. Le strategie alla base di questo ed altri matrimoni celebrati nello stesso arco cronologico tra giovani di casa Gonzaga e rampolli del baronaggio meridionale sono poi raffrontate con quelle poste in essere in contesti temporali e politici differenti: in primo luogo negli anni magmatici tra Quattro e Cinquecento, quando le unioni coniugali erano concluse anche in spazi geografici ampi ma entro un preciso ambito socio-politico, quello degli uomini d’arme e dei condottieri, accomunando le sorti di principi di piccoli stati sovrani e di grandi signori feudali; in secondo luogo al volgere della metà del XVI secolo, quando la compagine territoriale degli Asburgo si andava tramutando progressivamente in Monarquía spagnola, animata da nuove logiche di controllo militare e politico della penisola italiana, e nelle complessive strategie familiari dei Gonzaga di Guastalla e di Sabbioneta, integrati nei gruppi di potere prevalsi sotto Filippo II, scemava l’interesse per i matrimoni che si potevano contrarre all’interno del baronaggio meridionale.

La scelta del coniuge. Alleanze matrimoniali nel Mezzogiorno d'Italia tra fine Quattrocento e prima metà del Cinquecento

Papagna Elena
2018-01-01

Abstract

Il saggio prende spunto dall’unione di Ferrante Gonzaga, valente militare al servizio di Carlo V e futuro duca di Guastalla, con l’ereditiera napoletana Isabella di Capua, principessa di Molfetta; patrocinate dal cardinale Ercole Gonzaga, le nozze furono celebrate nell’agosto del 1530 segretamente e per procura, lo sposo assente perché impegnato nell’assedio di Firenze. La vicenda induce a riflettere sul contesto politico della penisola italiana tra il terzo e il quarto decennio del Cinquecento, percorsa da irrequietezze religiose e coinvolta nel conflitto tra Asburgo e Valois, nel corso del quale principi ed esponenti delle élites furono chiamati a compiere una scelta di campo. In tale prospettiva vanno pure inquadrate le alleanze matrimoniali che dovevano essere concluse in ambiti che non dessero adito ad ambiguità, inducendo i filoimperiali Gonzaga a legarsi a famiglie della feudalità meridionale di stessa fede politica. Le strategie alla base di questo ed altri matrimoni celebrati nello stesso arco cronologico tra giovani di casa Gonzaga e rampolli del baronaggio meridionale sono poi raffrontate con quelle poste in essere in contesti temporali e politici differenti: in primo luogo negli anni magmatici tra Quattro e Cinquecento, quando le unioni coniugali erano concluse anche in spazi geografici ampi ma entro un preciso ambito socio-politico, quello degli uomini d’arme e dei condottieri, accomunando le sorti di principi di piccoli stati sovrani e di grandi signori feudali; in secondo luogo al volgere della metà del XVI secolo, quando la compagine territoriale degli Asburgo si andava tramutando progressivamente in Monarquía spagnola, animata da nuove logiche di controllo militare e politico della penisola italiana, e nelle complessive strategie familiari dei Gonzaga di Guastalla e di Sabbioneta, integrati nei gruppi di potere prevalsi sotto Filippo II, scemava l’interesse per i matrimoni che si potevano contrarre all’interno del baronaggio meridionale.
2018
978-88-6897-118-2
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