La vegetazione costituisce una strategia letteraria per far fronte all’umano. Intrusa nella narrazione, pilastro esotico della descrizione, segno di precarietà, fonte di decomposizione e di ricomposizione, interpella un mondo in cui l’uomo non sembra più contare. In quale maniera agisce la «parola vegetale»? Attraverso le pagine di Patrick Chamoiseau, Ananda Devi, Anna Moï, Shenaz Patel, Shan Sa e quelle di Pierre Bergounioux, Michel Houellebecq, Jean-Loup Trassard, questo studio analizza gli equilibri scritturali che la presenza verde (a diversi livelli) sostiene in contesti francofoni per coglierne la specificità rispetto ad alcuni aspetti metropolitani. Dall’orchidea alla sensitiva passando attraverso diverse specie di alberi, piante, fiori, erbe, il sapere letterario interroga il sapere geografico, identificandone limiti e risorse. L’infusione si presenta come un mezzo per esplorare e mettere in gioco i meccanismi ecologici della scrittura, prendendo le distanze da ogni impatto ideologico in nome della materialità del regno vegetale, proprio nel momento in cui la questione ambientale sembra imporsi come un nodo imprescindibile dello spazio contemporaneo.

Brins d’humain

Marinella Termite
2017-01-01

Abstract

La vegetazione costituisce una strategia letteraria per far fronte all’umano. Intrusa nella narrazione, pilastro esotico della descrizione, segno di precarietà, fonte di decomposizione e di ricomposizione, interpella un mondo in cui l’uomo non sembra più contare. In quale maniera agisce la «parola vegetale»? Attraverso le pagine di Patrick Chamoiseau, Ananda Devi, Anna Moï, Shenaz Patel, Shan Sa e quelle di Pierre Bergounioux, Michel Houellebecq, Jean-Loup Trassard, questo studio analizza gli equilibri scritturali che la presenza verde (a diversi livelli) sostiene in contesti francofoni per coglierne la specificità rispetto ad alcuni aspetti metropolitani. Dall’orchidea alla sensitiva passando attraverso diverse specie di alberi, piante, fiori, erbe, il sapere letterario interroga il sapere geografico, identificandone limiti e risorse. L’infusione si presenta come un mezzo per esplorare e mettere in gioco i meccanismi ecologici della scrittura, prendendo le distanze da ogni impatto ideologico in nome della materialità del regno vegetale, proprio nel momento in cui la questione ambientale sembra imporsi come un nodo imprescindibile dello spazio contemporaneo.
2017
9788894189032
La végétation constitue une stratégie littéraire pour faire face à l’humain. Intrus dans la narration, pilier exotique du descriptif, marque de précarité, source de décomposition et de recomposition, elle interroge un monde où l’homme ne semble plus compter. Comment la «parole végétale» agit-elle? À travers les pages de Patrick Chamoiseau, Ananda Devi, Anna Moï, Shenaz Patel, Shan Sa et celles de Pierre Bergounioux, Michel Houellebecq, Jean-Loup Trassard, cette étude analyse les équilibres scripturaux que la présence verte (à différents degrés) soutient dans des contextes francophones pour en saisir la spécificité par rapport à certains enjeux métropolitains. De l’orchidée à la sensitive en passant par différentes espèces d’arbres, de plantes, de fleurs, d’herbes, le savoir littéraire questionne le savoir géographique en en identifiant les limites et les ressources. L’infusion se présente comme un moyen pour explorer et mettre en jeu les mécanismes écologiques de l’écriture, en détournant les distances de tout impact idéologique au nom de la matérialité du règne végétal, tout cela juste au moment où la question environnementale semble s’imposer comme un nœud incontournable de l’espace contemporain.
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