L’uomo di oggi è sempre più attento a quello che mangia. Il cosa mangiare può essere dovuto a fattori economici, a questioni igienico-sanitarie, a gusti estetici. In questo momento, in cui la questione alimentare è al centro del dibattito politico internazionale, le religioni offrono un grande ed importante contributo, focalizzando la loro attenzione sul come si mangia e sul perché. Abituati alla cucina del fast food, in cui mangiamo qualsiasi cosa in ogni momento della giornata e spesso da soli, in pedi ed in fretta, la religione ci ricorda che il pasto è soprattutto un tempo ed un luogo dove incontrare il Sacro. A questo bisogna aggiungere anche la dimensione antropologica, di cui spesso ci dimentichiamo, ossia un tempo ed un luogo dove incontrare l’Uomo. Per le religioni la convivialità, ossia il mangiare con l’altro ed accanto all’altro, è un atto distintivo del cibarsi in quanto mangiare nello o dallo stesso piatto ci rende una cosa sola, ossia crea una comunione tra i vari commensali e tra i commensali ed il divino. Tale atto poi assume un valore specifico, se consideriamo anche come alcune giornate prescrivano un cibo speciale, più elaborato. Infatti nella festa, ossia la domenica o in alcune ricorrenze specifiche, abbiamo dei cibi diversi da quelli quotidiani, ad indicare il forte legame tra cibo e religione. Questo contributo vuole offrire uno spunto di riflessione sulla valenza simbolica e culturale del cibo.

"Noi siamo quello che mangiamo": una riflessione tra cibo e fede.

Paolo Contini
2018-01-01

Abstract

L’uomo di oggi è sempre più attento a quello che mangia. Il cosa mangiare può essere dovuto a fattori economici, a questioni igienico-sanitarie, a gusti estetici. In questo momento, in cui la questione alimentare è al centro del dibattito politico internazionale, le religioni offrono un grande ed importante contributo, focalizzando la loro attenzione sul come si mangia e sul perché. Abituati alla cucina del fast food, in cui mangiamo qualsiasi cosa in ogni momento della giornata e spesso da soli, in pedi ed in fretta, la religione ci ricorda che il pasto è soprattutto un tempo ed un luogo dove incontrare il Sacro. A questo bisogna aggiungere anche la dimensione antropologica, di cui spesso ci dimentichiamo, ossia un tempo ed un luogo dove incontrare l’Uomo. Per le religioni la convivialità, ossia il mangiare con l’altro ed accanto all’altro, è un atto distintivo del cibarsi in quanto mangiare nello o dallo stesso piatto ci rende una cosa sola, ossia crea una comunione tra i vari commensali e tra i commensali ed il divino. Tale atto poi assume un valore specifico, se consideriamo anche come alcune giornate prescrivano un cibo speciale, più elaborato. Infatti nella festa, ossia la domenica o in alcune ricorrenze specifiche, abbiamo dei cibi diversi da quelli quotidiani, ad indicare il forte legame tra cibo e religione. Questo contributo vuole offrire uno spunto di riflessione sulla valenza simbolica e culturale del cibo.
2018
9788866471974
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/217122
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