Il pensiero cristiano, e francescano tra gli altri, è stato centrale nella storia del pensiero occidentale. Alcuni elementi consentono di ipotizzare la figura dell'"homo agapicus". Il fine del saggio è quello di mettere a fuoco quegli elementi caratterizzanti l'agire agapico (Araujo et al. 2011). Allora proverò a definire sociologicamente alcuni tratti dell’homo agapicus, rappresentativo, non tanto di un tipo ideale quanto di un agire sociale, cioè di un agire di ego il cui senso è caratterizzato dall’atteggiamento donativo, incondizionatamente verso alter e dal ricercare il bene e la felicità di quest’ultimo, indipendentemente dalla volontà o l’effettiva restituzione del controdono. La chiave di lettura per la definizione del concetto di homo agapicus si fonda sul presupposto che le relazioni sociali, tra le persone, rispondono a modalità e logiche differenti. Molti studi evidenziano come l’azione sociale possa caratterizzarsi per una pluralità di tipologie. Oltre alla nota teoria dell’azione di Weber4, sono stati presentati importanti studi sul tema della soggettività, che per esemplificare il tipo d’azione fanno riferimento ad una particolare tipologia di essere umano. Essi evidenziano come la soggettività si manifesti sotto molteplici espressioni, rispondenti a logiche d’azione differenziate. Al di la delle tipologie messe a disposizione dalla letteratura, l’obiettivo teorico è quello di definire alcuni tratti fondamentali dell’homo agapicus, cioè della persona che fonda la sua azione ed i suoi rapporti sull’agape. Esiste, da questo punto di vista, una tradizione di studi inaugurata da Wright Mills con il suo Immagini dell’uomo, ma ricordiamo ad esempio il tipo blasè di Simmel, per esemplificare l’uomo metropolitano, l’homo sociologicus di Dahrendorf, ridens di Berger, hierarchicus e aequalis di Dumont, fino ai più recenti tratteggiati da Cesareo e Vaccarini.
Dal Poverello d'Assisi all'Economia di Comunione: considerazioni sociologiche in prospettiva francescana.
Paolo Contini
2017-01-01
Abstract
Il pensiero cristiano, e francescano tra gli altri, è stato centrale nella storia del pensiero occidentale. Alcuni elementi consentono di ipotizzare la figura dell'"homo agapicus". Il fine del saggio è quello di mettere a fuoco quegli elementi caratterizzanti l'agire agapico (Araujo et al. 2011). Allora proverò a definire sociologicamente alcuni tratti dell’homo agapicus, rappresentativo, non tanto di un tipo ideale quanto di un agire sociale, cioè di un agire di ego il cui senso è caratterizzato dall’atteggiamento donativo, incondizionatamente verso alter e dal ricercare il bene e la felicità di quest’ultimo, indipendentemente dalla volontà o l’effettiva restituzione del controdono. La chiave di lettura per la definizione del concetto di homo agapicus si fonda sul presupposto che le relazioni sociali, tra le persone, rispondono a modalità e logiche differenti. Molti studi evidenziano come l’azione sociale possa caratterizzarsi per una pluralità di tipologie. Oltre alla nota teoria dell’azione di Weber4, sono stati presentati importanti studi sul tema della soggettività, che per esemplificare il tipo d’azione fanno riferimento ad una particolare tipologia di essere umano. Essi evidenziano come la soggettività si manifesti sotto molteplici espressioni, rispondenti a logiche d’azione differenziate. Al di la delle tipologie messe a disposizione dalla letteratura, l’obiettivo teorico è quello di definire alcuni tratti fondamentali dell’homo agapicus, cioè della persona che fonda la sua azione ed i suoi rapporti sull’agape. Esiste, da questo punto di vista, una tradizione di studi inaugurata da Wright Mills con il suo Immagini dell’uomo, ma ricordiamo ad esempio il tipo blasè di Simmel, per esemplificare l’uomo metropolitano, l’homo sociologicus di Dahrendorf, ridens di Berger, hierarchicus e aequalis di Dumont, fino ai più recenti tratteggiati da Cesareo e Vaccarini.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.