La riflessione è incentrata sulle alcune ricadute nel diritto civile delle scoperte neuroscientifiche, in primis sulle nuove minacce alla libertà di autodeterminazione rivenienti dal possibile uso del neuromarketing nella contrattazione, rispetto al quale l’inadeguatezza della tutela e dei rimedi (datati) del codice civile impone la ricerca di ulteriori strumenti di tutela del consenso. Il neuromarketing determina un indebito condizionamento, un’anomalia nel processo formativo della volontà del consumatore di carattere strutturale in ragione dell’inserimento dell’atto (promozionale) di neuromarketing nel contesto dell’attività di contrattazione seriale. Ne consegue la necessità di rivisitare, in una prospettiva funzionale, il principio di non interferenza tra le regole di comportamento e le regole di validità del contratto (e, di conseguenza, ammettere, accanto al rimedio risarcitorio, anche la nullità di protezione del contratto a valle delle pratiche commerciali di neuromarketing) e abbandonare il parametro del consumatore medio, anacronistico perché non tiene conto della mass customization delle attuali strategie di marketing, sempre più mirate, personalizzate, rivolte non indistintamente ai consumatori, bensì al consumatore concreto, le cui propensioni all’acquisto sono calcolate in base a sofisticati algoritmi personalizzati. Il cambiamento di prospettiva da operare, nella riflessione sulle neuroscienze alla luce dell’assiologia dell’ordinamento, è radicale e impone anzitutto di vagliare la meritevolezza di tutela nel sistema italo-europeo - con la preminenza in esso assegnata alla dignità umana - di alcune applicazioni (mind reading e lie detection) e metodologie (di enhancement delle facoltà cognitive e di empowerment delle capacità umane) neuroscientifiche, valorizzando sempre più la concezione funzionale e relativa di capacità. Le neuroscienze pongono sfide, ma rappresentano anche opportunità. Il contributo delle indagini neuroscientifiche per una più efficace protezione civilistica delle persone in condizioni di debolezza psichica e la tecnica del Brain–Computer Interface per manifestare una volontà giuridicamente rilevante sono solo alcuni esempi che lasciano intravedere quanto preziose e determinanti potranno rivelarsi le neuroscienze ai fini della tutela, sempre più effettiva, della persona umana.
Neuromarketing e tutela del consenso
Tafaro Laura
2018-01-01
Abstract
La riflessione è incentrata sulle alcune ricadute nel diritto civile delle scoperte neuroscientifiche, in primis sulle nuove minacce alla libertà di autodeterminazione rivenienti dal possibile uso del neuromarketing nella contrattazione, rispetto al quale l’inadeguatezza della tutela e dei rimedi (datati) del codice civile impone la ricerca di ulteriori strumenti di tutela del consenso. Il neuromarketing determina un indebito condizionamento, un’anomalia nel processo formativo della volontà del consumatore di carattere strutturale in ragione dell’inserimento dell’atto (promozionale) di neuromarketing nel contesto dell’attività di contrattazione seriale. Ne consegue la necessità di rivisitare, in una prospettiva funzionale, il principio di non interferenza tra le regole di comportamento e le regole di validità del contratto (e, di conseguenza, ammettere, accanto al rimedio risarcitorio, anche la nullità di protezione del contratto a valle delle pratiche commerciali di neuromarketing) e abbandonare il parametro del consumatore medio, anacronistico perché non tiene conto della mass customization delle attuali strategie di marketing, sempre più mirate, personalizzate, rivolte non indistintamente ai consumatori, bensì al consumatore concreto, le cui propensioni all’acquisto sono calcolate in base a sofisticati algoritmi personalizzati. Il cambiamento di prospettiva da operare, nella riflessione sulle neuroscienze alla luce dell’assiologia dell’ordinamento, è radicale e impone anzitutto di vagliare la meritevolezza di tutela nel sistema italo-europeo - con la preminenza in esso assegnata alla dignità umana - di alcune applicazioni (mind reading e lie detection) e metodologie (di enhancement delle facoltà cognitive e di empowerment delle capacità umane) neuroscientifiche, valorizzando sempre più la concezione funzionale e relativa di capacità. Le neuroscienze pongono sfide, ma rappresentano anche opportunità. Il contributo delle indagini neuroscientifiche per una più efficace protezione civilistica delle persone in condizioni di debolezza psichica e la tecnica del Brain–Computer Interface per manifestare una volontà giuridicamente rilevante sono solo alcuni esempi che lasciano intravedere quanto preziose e determinanti potranno rivelarsi le neuroscienze ai fini della tutela, sempre più effettiva, della persona umana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.