L'assenza come Kairòs. Traduzione, intertestualità e dislettura in "Station Island" di Seamus Heaney

Luogo dell’assenza per eccellenza, la morte è spesso l’occasione, il tempo favorevole, il kairós, che consente all’uomo di interrompere la sequenzialità del chronos, e interrogarsi sul senso delle cose. E la memoria di coloro che sono assenti, ma la cui presenza è viva nella coscienza individuale, può diventare il luogo di un dialogo in cui lo scandaglio della storia, personale e collettiva, traccia un itinerario di ricerca a più voci, che per uno scrittore non di rado trova in altri testi letterari, e nel loro riuso creativo, la sua dimensione ideale. E’ in questa prospettiva che queste pagine attraversano il poemetto di Seamus Heaney intitolato “Station Island”, individuando nelle dinamiche di traduzione/riscrittura, intertestualità e dislettura il senso più profondo del percorso di ricerca delineato dal poeta irlandese sulle orme della Commedia dantesca.