In questo capitolo sono presentate alcune pneumoconiosi e alcune malattie dell’interstizio polmonare, secondarie all’inalazione professionale di polveri minerali respirabili, accompagnate o meno da deposizione intrapolmonare di fibre collagene. La malattia polmonare da polvere di miniera di carbone può determinare alcune forme di pneumoconiosi collagene, ma anche broncopneumopatia cronica ostruttiva, con gravi lesioni enfisematose. Le pneumoconiosi da polveri miste (aerosol composti da silice cristallina e silicati non fibrosi, contenti in minore percentuale ossido di ferro, carbone e altri minerali) originano lesioni istologiche dell’interstizio polmonare quali macule di polvere e noduli fibrotici, con o senza noduli silicotici o fibrosi massiva. Il polmone da metallo duro origina dall’inalazione protratta di polveri di una lega di carburo di tungsteno, cobalto e occasionalmente altri metalli e comprende una pneumoconiosi caratterizzata da fibrosi interstiziale diffusa con cellule giganti. In altre pneumoconiosi (quali alluminosi, siderosi, talcosi, generalmente considerate benigne) l’elevata esposizione può determinare una reazione fibrogena nell’interstizio polmonare, con rilevanti ricadute clinico-funzionali. In questi casi bisogna escludere la concomitante esposizione a silice cristallina che, insieme all’asbesto, è ritenuta la reale responsabile dell’eventuale fibrosi in corso di talcosi. La stannosi e la baritosi sono due classici esempi di pneumoconiosi benigne, in cui la gravità del quadro radiografico non si associa a sintomi clinici e a deficit spirometrici altrettanto rilevanti. L’esposizione professionale al berillio, anche non particolarmente intensa e prolungata, è capace di determinare, in soggetti predisposti, una sensibilizzazione al metallo. In alcuni casi questa può evolvere in una malattia cronica granulomatosa dell’interstizio polmonare (malattia cronica da berillio) che può degenerare in fibrosi polmonare.

Altre pneumoconiosi e malattie dell'interstizio polmonare da polveri minerali

Di Lorenzo L
2015-01-01

Abstract

In questo capitolo sono presentate alcune pneumoconiosi e alcune malattie dell’interstizio polmonare, secondarie all’inalazione professionale di polveri minerali respirabili, accompagnate o meno da deposizione intrapolmonare di fibre collagene. La malattia polmonare da polvere di miniera di carbone può determinare alcune forme di pneumoconiosi collagene, ma anche broncopneumopatia cronica ostruttiva, con gravi lesioni enfisematose. Le pneumoconiosi da polveri miste (aerosol composti da silice cristallina e silicati non fibrosi, contenti in minore percentuale ossido di ferro, carbone e altri minerali) originano lesioni istologiche dell’interstizio polmonare quali macule di polvere e noduli fibrotici, con o senza noduli silicotici o fibrosi massiva. Il polmone da metallo duro origina dall’inalazione protratta di polveri di una lega di carburo di tungsteno, cobalto e occasionalmente altri metalli e comprende una pneumoconiosi caratterizzata da fibrosi interstiziale diffusa con cellule giganti. In altre pneumoconiosi (quali alluminosi, siderosi, talcosi, generalmente considerate benigne) l’elevata esposizione può determinare una reazione fibrogena nell’interstizio polmonare, con rilevanti ricadute clinico-funzionali. In questi casi bisogna escludere la concomitante esposizione a silice cristallina che, insieme all’asbesto, è ritenuta la reale responsabile dell’eventuale fibrosi in corso di talcosi. La stannosi e la baritosi sono due classici esempi di pneumoconiosi benigne, in cui la gravità del quadro radiografico non si associa a sintomi clinici e a deficit spirometrici altrettanto rilevanti. L’esposizione professionale al berillio, anche non particolarmente intensa e prolungata, è capace di determinare, in soggetti predisposti, una sensibilizzazione al metallo. In alcuni casi questa può evolvere in una malattia cronica granulomatosa dell’interstizio polmonare (malattia cronica da berillio) che può degenerare in fibrosi polmonare.
2015
978-88-299-2708-1
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