La silicosi è una pneumoconiosi sclerogena, causata dall’inalazione più o meno prolungata di silice cristallina libera (SLC) di granulometria respirabile. La sua frequenza e gravità sono dose (cumulativa) dipendenti, ma sono anche condizionate dalle caratteristiche fisicochimiche delle particelle, in particolare dalla loro reattività superficiale, tanto più elevata quanto più recente è la loro produzione meccanica (esplosione, macinazione, perforazione) e dalla predisposizione genetica del soggetto. La SLC è capace di determinare lesione dei pneumociti di primo tipo con meccanismo prevalentemente ossidativo, diretto e indiretto, quest’ultimo mediato dall’attivazione delle cellule polmonari della flogosi, in particolare dei macrofagi e poi dei neutrofili. Nell’interstizio possono così penetrare particelle di SLC e citochine pro-infiammatorie, le une e le altre capaci di attivare linfociti, fibroblasti e miofibroblasti, con conseguente fibrosi interstiziale. La silicosi può presentarsi in quattro forme cliniche: nodulare cronica, accelerata, acuta e cronica interstiziale diffusa. La più comune è la nodulare cronica, caratterizzata da masserelle fibrose rotondeggianti, localizzate nei campi medio apicali dei due polmoni, circondate da parenchima polmonare morfo-funzionalmente integro, tendenti a confluire tra loro. A seconda del diametro dei noduli, si definisce una silicosi cronica nodulare semplice (diametro <10 mm) e una massiva progressiva (diametro ≥10 mm). Inizialmente sono paucisintomatiche e la diagnosi si basa sulla radiografia del torace, eseguita e interpretata in maniera standardizzata. La SLC favorisce l’instaurarsi di altre patologie polmonari (tubercolosi, broncopneumopatia cronico-ostruttiva, cancro e vasculiti autoimmuni) ed extrapolmonari (linfoadenopatie e malattie autoimmuni a carico del connettivo e del rene). Studi recentissimi sembrano aver chiarito che può esservi un rapporto diretto fra silice e cancro del polmone indipendentemente dallo sviluppo della silicosi. I comparti in cui oggi è più frequente l’esposizione a SLC sono: l’edilizia, le miniere, le fonderie e la produzione della ceramica. L’abbattimento della concentrazione ambientale di SLC, e in particolare della sua frazione respirabile, costituisce tuttora la più efficace prevenzione di tutte le patologie silice-correlate.

Silicosi

Di Lorenzo L
2015-01-01

Abstract

La silicosi è una pneumoconiosi sclerogena, causata dall’inalazione più o meno prolungata di silice cristallina libera (SLC) di granulometria respirabile. La sua frequenza e gravità sono dose (cumulativa) dipendenti, ma sono anche condizionate dalle caratteristiche fisicochimiche delle particelle, in particolare dalla loro reattività superficiale, tanto più elevata quanto più recente è la loro produzione meccanica (esplosione, macinazione, perforazione) e dalla predisposizione genetica del soggetto. La SLC è capace di determinare lesione dei pneumociti di primo tipo con meccanismo prevalentemente ossidativo, diretto e indiretto, quest’ultimo mediato dall’attivazione delle cellule polmonari della flogosi, in particolare dei macrofagi e poi dei neutrofili. Nell’interstizio possono così penetrare particelle di SLC e citochine pro-infiammatorie, le une e le altre capaci di attivare linfociti, fibroblasti e miofibroblasti, con conseguente fibrosi interstiziale. La silicosi può presentarsi in quattro forme cliniche: nodulare cronica, accelerata, acuta e cronica interstiziale diffusa. La più comune è la nodulare cronica, caratterizzata da masserelle fibrose rotondeggianti, localizzate nei campi medio apicali dei due polmoni, circondate da parenchima polmonare morfo-funzionalmente integro, tendenti a confluire tra loro. A seconda del diametro dei noduli, si definisce una silicosi cronica nodulare semplice (diametro <10 mm) e una massiva progressiva (diametro ≥10 mm). Inizialmente sono paucisintomatiche e la diagnosi si basa sulla radiografia del torace, eseguita e interpretata in maniera standardizzata. La SLC favorisce l’instaurarsi di altre patologie polmonari (tubercolosi, broncopneumopatia cronico-ostruttiva, cancro e vasculiti autoimmuni) ed extrapolmonari (linfoadenopatie e malattie autoimmuni a carico del connettivo e del rene). Studi recentissimi sembrano aver chiarito che può esservi un rapporto diretto fra silice e cancro del polmone indipendentemente dallo sviluppo della silicosi. I comparti in cui oggi è più frequente l’esposizione a SLC sono: l’edilizia, le miniere, le fonderie e la produzione della ceramica. L’abbattimento della concentrazione ambientale di SLC, e in particolare della sua frazione respirabile, costituisce tuttora la più efficace prevenzione di tutte le patologie silice-correlate.
2015
978-88-299-2708-1
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