Il terremoto del novembre 1980 segna un punto di svolta non solo nella storia delle regioni sulle quali si è abbattuto, ma in quella dell'intero edificio repubblicano così com'era stato concepito fino a quel momento. Gli anni di profonda crisi economica che lo hanno preceduto, che in tutto l'Occidente segnano l'esaurimento dei “gloriosi trenta”, avevano prodotto nel caso italiano una crisi sociale e politica ancora più esasperata, in virtù del peculiare blocco del suo sistema rappresentativo e della fragilità del processo di legittimazione avviato dopo la sconfitta militare (che in Italia si era tragicamente configurata nella vera e propria “morte della patria”). Le conseguenze sono destinate a gravare sul lungo periodo. In questo contesto si avviano però, sia pur lentamente, dei nuovi processi di mitopoiesi, strettamente intrecciati con lo sviluppo delle comunicazioni di massa e con l'avvento di nuovi media. Paradossalmente proprio la crisi induce un'anticipazione di quelle dinamiche proprie dei paesi a forte immigrazione, fra i quali l'Italia è destinata a iscriversi solo anni dopo. In questo contesto anche la forte spettacolarizzazione dell'agone sportivo e la nuova figura dell'“Eroe” che vi si staglia, sono destinate ad assumere un ruolo tutt'altro che secondario. Il presente saggio, che prende a esempio il caso Napoli proprio sul finire del decennio tragicamente inaugurato dal sisma, si avvale dunque dell'apporto metodologico di studi concepiti in paesi dove più antichi e sviluppati sono il processo migratorio e il sistema mediatico, e segnatamente di matrice britannica (per l'Europa) e argentina (per l'America latina).
Calcio, memoria e identità: la svolta degli anni Ottanta e il modello napoletano
FIUME, Fabrizio
2008-01-01
Abstract
Il terremoto del novembre 1980 segna un punto di svolta non solo nella storia delle regioni sulle quali si è abbattuto, ma in quella dell'intero edificio repubblicano così com'era stato concepito fino a quel momento. Gli anni di profonda crisi economica che lo hanno preceduto, che in tutto l'Occidente segnano l'esaurimento dei “gloriosi trenta”, avevano prodotto nel caso italiano una crisi sociale e politica ancora più esasperata, in virtù del peculiare blocco del suo sistema rappresentativo e della fragilità del processo di legittimazione avviato dopo la sconfitta militare (che in Italia si era tragicamente configurata nella vera e propria “morte della patria”). Le conseguenze sono destinate a gravare sul lungo periodo. In questo contesto si avviano però, sia pur lentamente, dei nuovi processi di mitopoiesi, strettamente intrecciati con lo sviluppo delle comunicazioni di massa e con l'avvento di nuovi media. Paradossalmente proprio la crisi induce un'anticipazione di quelle dinamiche proprie dei paesi a forte immigrazione, fra i quali l'Italia è destinata a iscriversi solo anni dopo. In questo contesto anche la forte spettacolarizzazione dell'agone sportivo e la nuova figura dell'“Eroe” che vi si staglia, sono destinate ad assumere un ruolo tutt'altro che secondario. Il presente saggio, che prende a esempio il caso Napoli proprio sul finire del decennio tragicamente inaugurato dal sisma, si avvale dunque dell'apporto metodologico di studi concepiti in paesi dove più antichi e sviluppati sono il processo migratorio e il sistema mediatico, e segnatamente di matrice britannica (per l'Europa) e argentina (per l'America latina).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.