In Italia, le esperienze di educazione bilingue di più antica data sono state realizzate nelle regioni con la presenza storica di una lingua minoritaria (il francese in Valle d’Aosta, il tedesco in Trentino, il ladino nelle valli dolomitiche ecc.). In queste realtà, l’istruzione viene di solito condotta in due lingue veicolari, ognuna delle quali, però, rappresenta per una parte della popolazione, una lingua seconda, non straniera, perché è parlata nell’ambiente ed è parte dell’esperienza quotidiana. Nelle restanti regioni, invece, la scelta di attuare percorsi didattici in lingua straniera veicolare è relativamente recente ed è stata incentivata, da un lato, dalle indicazioni del Common European Framework, che sollecita gli Stati europei ad adoperare per l’insegnamento delle materie scolastiche una delle lingue previste dai loro ordinamenti, dall’altro, dalla legge sull’autonomia scolastica del 1999 (articolo 4, comma 3), che indica esplicitamente la possibilità di istituire percorsi veicolari nella lingua straniera senza costrizioni rispetto al grado ed ordine di scuola. Allo stato attuale, i percorsi veicolari e, in generale, le esperienze CLIL attuati nelle scuole sono ancora in percentuali piuttosto contenute e coinvolgono un numero limitato di materie curriculari e di studenti per periodi di solito brevi.
“I C.L.A. veicoli dell’educazione linguistica: l’italiano nel contesto C.L.I.L.”
Rossella Abbaticchio
2017-01-01
Abstract
In Italia, le esperienze di educazione bilingue di più antica data sono state realizzate nelle regioni con la presenza storica di una lingua minoritaria (il francese in Valle d’Aosta, il tedesco in Trentino, il ladino nelle valli dolomitiche ecc.). In queste realtà, l’istruzione viene di solito condotta in due lingue veicolari, ognuna delle quali, però, rappresenta per una parte della popolazione, una lingua seconda, non straniera, perché è parlata nell’ambiente ed è parte dell’esperienza quotidiana. Nelle restanti regioni, invece, la scelta di attuare percorsi didattici in lingua straniera veicolare è relativamente recente ed è stata incentivata, da un lato, dalle indicazioni del Common European Framework, che sollecita gli Stati europei ad adoperare per l’insegnamento delle materie scolastiche una delle lingue previste dai loro ordinamenti, dall’altro, dalla legge sull’autonomia scolastica del 1999 (articolo 4, comma 3), che indica esplicitamente la possibilità di istituire percorsi veicolari nella lingua straniera senza costrizioni rispetto al grado ed ordine di scuola. Allo stato attuale, i percorsi veicolari e, in generale, le esperienze CLIL attuati nelle scuole sono ancora in percentuali piuttosto contenute e coinvolgono un numero limitato di materie curriculari e di studenti per periodi di solito brevi.File | Dimensione | Formato | |
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