In Italia vi è una prassi diffusa che attribuisce agli incentivi finanziari alle imprese un ruolo di panacea di tutti i problemi di politica industriale, dimenticando che la politica industriale e i suoi strumenti, come sono del resto gli incentivi, potrebbero avere efficacia limitata se non fossero assistiti da politiche complementari che coinvolgono gli altri sistemi in cui è organizzata la società civile. Il saggio si apre con la rassegna delle teorie di riferimento dalle quali si deriva la convinzione che i regimi applicati di aiuto alle imprese siano una dimostrazione di approccio settoriale ad una politica per le attività produttive che deve essere di carattere più onnicomprensivo e, quindi, di tipo olistico. La prima rilevante indicazione derivabile dall’analisi condotta nel paper conferma che la politica industriale basata sugli incentivi non produce effetti di trasformazione della struttura delle imprese e, quindi, non è una politica macroeconomica come dovrebbe essere. Questa però richiederebbe un impegno ben maggiore e il coinvolgimento di tutti gli stakeholders, comprese le amministrazioni pubbliche, le imprese finanziarie, le organizzazioni economiche e le associazioni rappresentative di una società modernamente organizzata, oltre alle imprese. In mancanza di queste, gli incentivi rappresentano una sorta di compensazione dei permanenti costi della crescita, ad elevato rendimento individuale (in specie per imprenditori e politici), ma a scarsa profittabilità per il sistema economico e per la società civile, comprese le imprese. In questo scenario, saldare fini e mezzi, regole e attori, e valutare la reciproca compatibilità diventa fondamentale nella prospettiva di una trasformazione dell’economia e degli assetti sociali nel lungo periodo, come anche rimuovere i deficit consolidati che l’economia italiana, specie alla scala regionale, dimostra di conservare anche in termini di mentalità avversa alla crescita e all’interesse collettivo. Questo obiettivo generale potrebbe essere conseguito solo se si adottasse un approccio olistico, proprio di una macropolitica.

Dimensione delle imprese e politiche relative. Un approccio di tipo “olistico”

LOSURDO, Francesco;
2009-01-01

Abstract

In Italia vi è una prassi diffusa che attribuisce agli incentivi finanziari alle imprese un ruolo di panacea di tutti i problemi di politica industriale, dimenticando che la politica industriale e i suoi strumenti, come sono del resto gli incentivi, potrebbero avere efficacia limitata se non fossero assistiti da politiche complementari che coinvolgono gli altri sistemi in cui è organizzata la società civile. Il saggio si apre con la rassegna delle teorie di riferimento dalle quali si deriva la convinzione che i regimi applicati di aiuto alle imprese siano una dimostrazione di approccio settoriale ad una politica per le attività produttive che deve essere di carattere più onnicomprensivo e, quindi, di tipo olistico. La prima rilevante indicazione derivabile dall’analisi condotta nel paper conferma che la politica industriale basata sugli incentivi non produce effetti di trasformazione della struttura delle imprese e, quindi, non è una politica macroeconomica come dovrebbe essere. Questa però richiederebbe un impegno ben maggiore e il coinvolgimento di tutti gli stakeholders, comprese le amministrazioni pubbliche, le imprese finanziarie, le organizzazioni economiche e le associazioni rappresentative di una società modernamente organizzata, oltre alle imprese. In mancanza di queste, gli incentivi rappresentano una sorta di compensazione dei permanenti costi della crescita, ad elevato rendimento individuale (in specie per imprenditori e politici), ma a scarsa profittabilità per il sistema economico e per la società civile, comprese le imprese. In questo scenario, saldare fini e mezzi, regole e attori, e valutare la reciproca compatibilità diventa fondamentale nella prospettiva di una trasformazione dell’economia e degli assetti sociali nel lungo periodo, come anche rimuovere i deficit consolidati che l’economia italiana, specie alla scala regionale, dimostra di conservare anche in termini di mentalità avversa alla crescita e all’interesse collettivo. Questo obiettivo generale potrebbe essere conseguito solo se si adottasse un approccio olistico, proprio di una macropolitica.
2009
978-88-8422-855-0
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