La ricerca pedagogica nel corso del Novecento, in virtù dell’intervento di illustri studiosi, ha evidenziato come la Scuola sia collegata alla società, alle sue trasformazioni e ai suoi cambiamenti da un punto di vista sociale, economico e culturale. Allo stesso modo anche i programmi di insegnamento hanno sempre risentito della politica della società. Così è ben chiaro come la scuole elementare, una delle istituzioni più diffuse nella nostra società, sin dal suo esordio avendo avuto come compito principale quello di promuovere lo sviluppo della personalità sia stata durante la guerra tanto importante, infatti, venne fortemente politicizzata. Nei “Giornali della classe” che corrispondevano al nostro Registro, si scriveva ciò che si raccontava agli alunni, proprio questi documenti attestano il livello di coinvolgimento della scuola e degli scolari nelle manifestazioni delle loro comunità locali, nelle celebrazioni del regime e negli avvenimenti del loro Paese in guerra. Su uno di questi “Giornali di classe” una maestra di una quinta elementare, nei giorni seguenti la Liberazione scrisse che «Il 25 aprile 1945 l’Italia veniva liberata dal terrore nazifascista […] Da quel giorno, finalmente la Scuola ha ripreso il suo carattere di seria educatrice della gioventù… ». È chiaro che il pensiero pedagogico fu legato alle condizioni sociali e politiche e che la stessa emanazione dei programmi scolastici divenne una questione essenzialmente politica.

LA SCUOLA DEL SECONDO DOPOGUERRA: FRA ISTRUZIONE E IDEOLOGIA POLITICA

Vittoria Bosna
2017-01-01

Abstract

La ricerca pedagogica nel corso del Novecento, in virtù dell’intervento di illustri studiosi, ha evidenziato come la Scuola sia collegata alla società, alle sue trasformazioni e ai suoi cambiamenti da un punto di vista sociale, economico e culturale. Allo stesso modo anche i programmi di insegnamento hanno sempre risentito della politica della società. Così è ben chiaro come la scuole elementare, una delle istituzioni più diffuse nella nostra società, sin dal suo esordio avendo avuto come compito principale quello di promuovere lo sviluppo della personalità sia stata durante la guerra tanto importante, infatti, venne fortemente politicizzata. Nei “Giornali della classe” che corrispondevano al nostro Registro, si scriveva ciò che si raccontava agli alunni, proprio questi documenti attestano il livello di coinvolgimento della scuola e degli scolari nelle manifestazioni delle loro comunità locali, nelle celebrazioni del regime e negli avvenimenti del loro Paese in guerra. Su uno di questi “Giornali di classe” una maestra di una quinta elementare, nei giorni seguenti la Liberazione scrisse che «Il 25 aprile 1945 l’Italia veniva liberata dal terrore nazifascista […] Da quel giorno, finalmente la Scuola ha ripreso il suo carattere di seria educatrice della gioventù… ». È chiaro che il pensiero pedagogico fu legato alle condizioni sociali e politiche e che la stessa emanazione dei programmi scolastici divenne una questione essenzialmente politica.
2017
978-88-6760-501-9
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