Il fenomeno della violenza rimane la più diffusa violazione dei diritti umani presente in tutti i Paesi e in tutte le culture. È il frutto di una cultura globale, che nega pari opportunità e diritti e legittima la violenza a scopo di soddisfazione personale o per fini politici. Si parla di tre grandi aree di violenza alle donne: quella commessa da Stati o attori non statali come i gruppi armati; quella delle discriminazioni e usanze dettate da codici non scritti per salvaguardare l’onore della donna, ma che non lasciano scampo a quelle che non vi si adeguano; infine, la violenza domestica, universale e silenziosa, in quanto gli abusi vengono perpetrati da chi è più vicino, da chi dovrebbe amare e invece si dimostra carnefice. Le donne sottoposte alle più atroci violenze non appartengono solo ai paesi del cosiddetto terzo mondo, ma anche a quelli definiti Paesi a sviluppo avanzato. Negli ultimi anni le ricerche compiute sono concordi nel considerare endemica la violenza contro le donne, sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo. Non conosce differenze sociali o culturali: le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi e a tutti i ceti sociali. Nonostante la difficoltà di disporre di dati statistici, soprattutto per il sommerso esistente a riguardo, si stima che tra il 20 e il 50 per cento delle donne si sono verificate vessazioni fisiche per mano del partner intimo o di un membro della famiglia. In una personale indagine effettuata presso un Centro Antiviolenza di Bari nel periodo 2003 - 2006, è risultato che le utenti hanno un’età media di 36 anni e un buon livello di istruzione. Il 48% risulta essere coniugata, il 34% è rappresentato da casalinghe. E’ la violenza psicologica nel 74% dei casi ad essere maggiormente denunciata, seguita dalla violenza fisica (66%). La violenza sessuale è subita dal 25% ed infine la violenza economica da circa il 20%. I risultati della ricerca hanno posto in luce che la violenza contro le donne è diffusa “in ogni dove” e riguarda qualsiasi livello di istruzione, di stato civile e di condizione professionale. Tuttavia, non è azzardato affermare che l’indipendenza economica ed il titolo di studi superiore, possano tutelare maggiormente le donne da talune tipologie di violenza.
La violenza contro le donne: i risultati di una indagine
SACCO, Giuseppina
2006-01-01
Abstract
Il fenomeno della violenza rimane la più diffusa violazione dei diritti umani presente in tutti i Paesi e in tutte le culture. È il frutto di una cultura globale, che nega pari opportunità e diritti e legittima la violenza a scopo di soddisfazione personale o per fini politici. Si parla di tre grandi aree di violenza alle donne: quella commessa da Stati o attori non statali come i gruppi armati; quella delle discriminazioni e usanze dettate da codici non scritti per salvaguardare l’onore della donna, ma che non lasciano scampo a quelle che non vi si adeguano; infine, la violenza domestica, universale e silenziosa, in quanto gli abusi vengono perpetrati da chi è più vicino, da chi dovrebbe amare e invece si dimostra carnefice. Le donne sottoposte alle più atroci violenze non appartengono solo ai paesi del cosiddetto terzo mondo, ma anche a quelli definiti Paesi a sviluppo avanzato. Negli ultimi anni le ricerche compiute sono concordi nel considerare endemica la violenza contro le donne, sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo. Non conosce differenze sociali o culturali: le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi e a tutti i ceti sociali. Nonostante la difficoltà di disporre di dati statistici, soprattutto per il sommerso esistente a riguardo, si stima che tra il 20 e il 50 per cento delle donne si sono verificate vessazioni fisiche per mano del partner intimo o di un membro della famiglia. In una personale indagine effettuata presso un Centro Antiviolenza di Bari nel periodo 2003 - 2006, è risultato che le utenti hanno un’età media di 36 anni e un buon livello di istruzione. Il 48% risulta essere coniugata, il 34% è rappresentato da casalinghe. E’ la violenza psicologica nel 74% dei casi ad essere maggiormente denunciata, seguita dalla violenza fisica (66%). La violenza sessuale è subita dal 25% ed infine la violenza economica da circa il 20%. I risultati della ricerca hanno posto in luce che la violenza contro le donne è diffusa “in ogni dove” e riguarda qualsiasi livello di istruzione, di stato civile e di condizione professionale. Tuttavia, non è azzardato affermare che l’indipendenza economica ed il titolo di studi superiore, possano tutelare maggiormente le donne da talune tipologie di violenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.