Diritto penale e diritto civile contengono numerose regole spesso impiegate per contrastare l’inquinamento acustico, anche se non sono specificamente riferibili alla “disciplina del rumore”. Come dire: vestono l’inquinamento acustico, ma non calzano bene, come un cappotto fuori misura. La situazione e` singolare: le regole specifiche dell’inquinamento acustico sono scarsamente applicate. Altre regole, contrastano il fenomeno ma non in modo adeguato, perche´ sono nate per scopi diversi. Pertanto, la tutela penale del rumore e` confinata in un codice penale (art. 659), vecchio piu` di 80 anni, con prestazioni insoddisfacenti in termini di prevenzione e repressione. Questa situazione non entusiasmante non e` cambiata nel 2015, con la legge sui delitti ambientali (nr. 68). Le nuove incriminazioni segnano il passaggio ad una nozione eco-centrica dove l’ambiente stesso e` tutelato per il suo intrinseco valore e non solo quale avamposto di altri beni “finale”, come la salute pubblica. I nuovi reati contrastano “macro-eventi”, quali il disastro (452-quater) o l’inquinamento (art. 452-bis) corrispondenti ad un deterioramento, permanente o meno, di acqua, aria, fauna ed ecosistemi. Gli studi sui danni dell’inquinamento acustico nelle citta` documentano l’impatto immediato e diretto sulla salute dell’esposizione al rumore. A differenza di altre forme di inquinamento, che causano rischi e danni per la salute umana legati alla compromissione delle matrici ambientali, l’inquinamento acustico agisce in un modo diverso perche´ pregiudica la salute e il benessere dei residenti senza alcun “misurabile” danno per le matrici ambientali.
Ambiente urbano e diritto al silenzio nel diritto penale. La prospettiva italiana (in the book, in the fact)
Losappio, Giuseppe
2017-01-01
Abstract
Diritto penale e diritto civile contengono numerose regole spesso impiegate per contrastare l’inquinamento acustico, anche se non sono specificamente riferibili alla “disciplina del rumore”. Come dire: vestono l’inquinamento acustico, ma non calzano bene, come un cappotto fuori misura. La situazione e` singolare: le regole specifiche dell’inquinamento acustico sono scarsamente applicate. Altre regole, contrastano il fenomeno ma non in modo adeguato, perche´ sono nate per scopi diversi. Pertanto, la tutela penale del rumore e` confinata in un codice penale (art. 659), vecchio piu` di 80 anni, con prestazioni insoddisfacenti in termini di prevenzione e repressione. Questa situazione non entusiasmante non e` cambiata nel 2015, con la legge sui delitti ambientali (nr. 68). Le nuove incriminazioni segnano il passaggio ad una nozione eco-centrica dove l’ambiente stesso e` tutelato per il suo intrinseco valore e non solo quale avamposto di altri beni “finale”, come la salute pubblica. I nuovi reati contrastano “macro-eventi”, quali il disastro (452-quater) o l’inquinamento (art. 452-bis) corrispondenti ad un deterioramento, permanente o meno, di acqua, aria, fauna ed ecosistemi. Gli studi sui danni dell’inquinamento acustico nelle citta` documentano l’impatto immediato e diretto sulla salute dell’esposizione al rumore. A differenza di altre forme di inquinamento, che causano rischi e danni per la salute umana legati alla compromissione delle matrici ambientali, l’inquinamento acustico agisce in un modo diverso perche´ pregiudica la salute e il benessere dei residenti senza alcun “misurabile” danno per le matrici ambientali.File | Dimensione | Formato | |
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