In questo articolo esploriamo l’evoluzione del processo di appropriazione di ambienti virtuali durante un percorso di training rivolto ad una imprenditrice di una PMI, impegnata in un progetto di innovazione delle pratiche aziendali verso la sostenibilità e lo scambio delle cosiddette “esternalità”. Attraverso la distinzione tra tecnologia come oggetto di attività e come strumento e tre livelli di schemi di utilizzo (d’uso, di azione mediata e di attività collettiva) è stato osservato il ruolo propulsore svolto dal ricercatore che conduce il training e la sostanziale differenza tra livello narrato e livello agito nell’uso della tecnologia. L’analisi permette di concludere che l’appropriazione delle tecnologie non è necessariamente un processo lineare, ovvero non procede sempre da un determinato livello di schemi d’utilizzo a quello successivo. Inoltre, la tecnologia non diventa uno strumento, “invisibile” nello svolgimento di attività reali: il passaggio da uno schema a quello successivo è fortemente mediato dal supporto del ricercatore e l’appropriazione degli schemi avviene al livello narrativo da parte del partecipante, a cui però non sempre corrisponde un livello agito.
Tecnologie (in)visibili: appropriazione in un percorso di training professionale
Ligorio Maria BeatriceConceptualization
2015-01-01
Abstract
In questo articolo esploriamo l’evoluzione del processo di appropriazione di ambienti virtuali durante un percorso di training rivolto ad una imprenditrice di una PMI, impegnata in un progetto di innovazione delle pratiche aziendali verso la sostenibilità e lo scambio delle cosiddette “esternalità”. Attraverso la distinzione tra tecnologia come oggetto di attività e come strumento e tre livelli di schemi di utilizzo (d’uso, di azione mediata e di attività collettiva) è stato osservato il ruolo propulsore svolto dal ricercatore che conduce il training e la sostanziale differenza tra livello narrato e livello agito nell’uso della tecnologia. L’analisi permette di concludere che l’appropriazione delle tecnologie non è necessariamente un processo lineare, ovvero non procede sempre da un determinato livello di schemi d’utilizzo a quello successivo. Inoltre, la tecnologia non diventa uno strumento, “invisibile” nello svolgimento di attività reali: il passaggio da uno schema a quello successivo è fortemente mediato dal supporto del ricercatore e l’appropriazione degli schemi avviene al livello narrativo da parte del partecipante, a cui però non sempre corrisponde un livello agito.File | Dimensione | Formato | |
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