Si ripercorrono le linee salienti della ricerca storico-giuridica sul Tardoantico, compiuta in Italia nella seconda metà del Novecento, attraverso il pensiero di maestri i cui studi hanno segnato in profondità la storia dell’Accademia Romanistica Costantiniana. Il saggio intende evidenziare alcuni percorsi scientifici compiuti nel secolo scorso, che hanno aperto nuove prospettive, contrarie a metodi di ricerca che, pur nella loro autorevolezza, si rivelarono fallaci nella misura in cui apparivano piegati a leggi pseudo-scientifiche che si pretendevano eterne e universali. Un esempio è dato dal metodo naturalistico, di cui uno dei massimi esponenti in Italia, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, fu Pietro Bonfante. Nella temperie evoluzionista di stampo lamarckiano, tale metodo era animato dalla ferma convinzione della possibilità di una ricostruzione scientifica à rebours, procedendo dal noto all’ignoto, sulla base di percorsi predeterminati che obbedivano a leggi di natura che si pretendevano universali. Ci s’illudeva così di poter travasare nelle scienze umane le tecniche di analisi proprie dellescienze naturali, in particolare i procedimenti conoscitivi fondati su un’indagine univocamente incentrata sulla funzione degli istituti giuridici, che andavano interpretati come residui ‘fossili’ sopravvissuti al loro tempo e trapiantati in differenti contesti.
Costantino e la ‘Costantiniana’. Prospettive di ricerca nel Novecento
Andrea Lovato
2018-01-01
Abstract
Si ripercorrono le linee salienti della ricerca storico-giuridica sul Tardoantico, compiuta in Italia nella seconda metà del Novecento, attraverso il pensiero di maestri i cui studi hanno segnato in profondità la storia dell’Accademia Romanistica Costantiniana. Il saggio intende evidenziare alcuni percorsi scientifici compiuti nel secolo scorso, che hanno aperto nuove prospettive, contrarie a metodi di ricerca che, pur nella loro autorevolezza, si rivelarono fallaci nella misura in cui apparivano piegati a leggi pseudo-scientifiche che si pretendevano eterne e universali. Un esempio è dato dal metodo naturalistico, di cui uno dei massimi esponenti in Italia, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, fu Pietro Bonfante. Nella temperie evoluzionista di stampo lamarckiano, tale metodo era animato dalla ferma convinzione della possibilità di una ricostruzione scientifica à rebours, procedendo dal noto all’ignoto, sulla base di percorsi predeterminati che obbedivano a leggi di natura che si pretendevano universali. Ci s’illudeva così di poter travasare nelle scienze umane le tecniche di analisi proprie dellescienze naturali, in particolare i procedimenti conoscitivi fondati su un’indagine univocamente incentrata sulla funzione degli istituti giuridici, che andavano interpretati come residui ‘fossili’ sopravvissuti al loro tempo e trapiantati in differenti contesti.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Costantino e la Costantiniana.pdf
non disponibili
Descrizione: contributo in volume
Tipologia:
Documento in Versione Editoriale
Licenza:
NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione
291.5 kB
Formato
Adobe PDF
|
291.5 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.