I risultati presentati in questo articolo danno sostegno all’assunzione di una pluralità di significati dell’esperienza Erasmus: apertura all’Europa, ridefinizione delle appartenenze, ma anche nuove prospettive di inserimento nel mercato del lavoro sia in Italia che in Europa. Il Programma Erasmus è un’esperienza di formazione tanto accademica quanto umana, funzionale quindi non solo alla didattica e all’inserimento lavorativo, ma anche alla costruzione di reti interpersonali, di socializzazione all’interculturalità e di stimolo alla coesione sociale (Chessa 2010). ERASMUS diventa così metafora di libertà intellettuale e disponibilità a uscire dall’ambiente consueto. Per quanto riguarda la dimensione europea in particolare, i risultati ottenuti consentono di affermare che la mobilità studentesca può contribuire a dare sostanza al concetto di cittadinanza europea declinato in una pluralità di appartenenze in cui si è cittadini d’Europa e del mondo, salvaguardando al tempo stesso la propria identità personale e relazionale. In termini sociologici si potrebbe affermare che il programma di mobilità studentesca più diffuso nell’ambito dell’UE contribuisce a rendere i giovani, futuri cittadini europei, ovvero contribuisce a «risocializzare» i cittadini in senso sovranazionale. In tale prospettiva è possibile pensare al Programma Erasmus quale moderno strumento di ingegneria sociale10 che, caratterizzato in modo peculiare dalla continuità tra formal, informal e no formal education, si estrinseca nella costruzione di percorsi per la socializzazione dei giovani a un nuovo livello di appartenenza e di identificazione che va oltre il tradizionale sentimento nazionale. Se da un lato il Programma oggetto di indagine, attraverso l’integrazione delle reti educative, formative e lavorative intraeuropee, sembra rispondere in maniera efficace alla sfida sociologica volta al superamento dello stato nazionale e di ogni forma di nazionalismo a partire dalla trans-nazionalizzazione dal basso delle giovani generazioni, dall’altro lato l’avvenire dell’Europa dipende sempre più dalla possibilità dei suoi cittadini di spostarsi liberamente tra i diversi contesti di apprendimento e i diversi paesi, traendo il massimo profitto dalle loro conoscenze e competenze.

Valutare l'impatto del programma Erasmus: un approccio controfattuale

Moro, Giuseppe;Jacobone, Vittoria
2016-01-01

Abstract

I risultati presentati in questo articolo danno sostegno all’assunzione di una pluralità di significati dell’esperienza Erasmus: apertura all’Europa, ridefinizione delle appartenenze, ma anche nuove prospettive di inserimento nel mercato del lavoro sia in Italia che in Europa. Il Programma Erasmus è un’esperienza di formazione tanto accademica quanto umana, funzionale quindi non solo alla didattica e all’inserimento lavorativo, ma anche alla costruzione di reti interpersonali, di socializzazione all’interculturalità e di stimolo alla coesione sociale (Chessa 2010). ERASMUS diventa così metafora di libertà intellettuale e disponibilità a uscire dall’ambiente consueto. Per quanto riguarda la dimensione europea in particolare, i risultati ottenuti consentono di affermare che la mobilità studentesca può contribuire a dare sostanza al concetto di cittadinanza europea declinato in una pluralità di appartenenze in cui si è cittadini d’Europa e del mondo, salvaguardando al tempo stesso la propria identità personale e relazionale. In termini sociologici si potrebbe affermare che il programma di mobilità studentesca più diffuso nell’ambito dell’UE contribuisce a rendere i giovani, futuri cittadini europei, ovvero contribuisce a «risocializzare» i cittadini in senso sovranazionale. In tale prospettiva è possibile pensare al Programma Erasmus quale moderno strumento di ingegneria sociale10 che, caratterizzato in modo peculiare dalla continuità tra formal, informal e no formal education, si estrinseca nella costruzione di percorsi per la socializzazione dei giovani a un nuovo livello di appartenenza e di identificazione che va oltre il tradizionale sentimento nazionale. Se da un lato il Programma oggetto di indagine, attraverso l’integrazione delle reti educative, formative e lavorative intraeuropee, sembra rispondere in maniera efficace alla sfida sociologica volta al superamento dello stato nazionale e di ogni forma di nazionalismo a partire dalla trans-nazionalizzazione dal basso delle giovani generazioni, dall’altro lato l’avvenire dell’Europa dipende sempre più dalla possibilità dei suoi cittadini di spostarsi liberamente tra i diversi contesti di apprendimento e i diversi paesi, traendo il massimo profitto dalle loro conoscenze e competenze.
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