A danno delle giovani generazioni si è andata man mano concretizzando la tendenza politica a dimenticare supplizi inferti nella storia, eventi che hanno consolidato conflitti tra stati sovrani, tra popoli e popolazioni, guerre e scontri perpetuati per riassettare strategie territoriali rivendicando ancora domini e possedimenti. In un cortocircuito tra avvenimento e acquisito distacco, restano nascoste vicende scomode, ingombranti, caratterizzanti la storia europea passata e di più violenta e recente attualità. La conseguenza di profanare il passato è duplice: da un lato si mortifica la modernità in attese vane d’occasione; dall’altro lato, l’oblio lascia correre il rischio di una riproposizione di momenti storici noti, con l’ergersi di politiche messianiche, condotte da guide, novelli duci e Führer, interpreti dell’esistenza di popoli, di costituzioni e Stati, manovratori politici tentati ancora a esorcizzare ogni pericolo dal destino europeo in una sospensione di diritti individuali e di libertà fondamentali, per essere paradossalmente custoditi e garantite, salvaguardate, da ogni “minaccia”. Il dichiararsi spudorato di tali nostalgie autoritarie, anche apertamente in Italia, lascia temere un vero e proprio requiem della democrazia: persino in Europa, specialmente in quella un tempo dichiarata come Europa dell’Est, movimenti fascisti e neo-nazisti si candidano per essere “svolta”, urlando novità di risoluzione storica, marcatamente evidenziando il volto di un’Europa scristianizzata e ancora permanentemente antisemita. Questo contributo su un particolare aspetto del presente - ricerca che coniuga la speculazione filosofica alla contestualità del diritto -, propone una riflessione su legami ed eventi dell’uomo nel 70esimo dell’entrata in vigore della Costituzione italiana, evidenziando il rischio che una democrazia “sospesa”, lentamente sostituita dall’olocausto della memoria europea, possa rinnovare divisioni e persino tragiche farneticazioni razziali, anche in Italia, in un presente collettivo, europeo comune, infatuato dalla monetarizzazione delle sorti e divorato dal debito d’esistenza.
Infatuazione. L'olocausto della memoria europea, l'abiura della democrazia.
Longo Gianfranco
2018-01-01
Abstract
A danno delle giovani generazioni si è andata man mano concretizzando la tendenza politica a dimenticare supplizi inferti nella storia, eventi che hanno consolidato conflitti tra stati sovrani, tra popoli e popolazioni, guerre e scontri perpetuati per riassettare strategie territoriali rivendicando ancora domini e possedimenti. In un cortocircuito tra avvenimento e acquisito distacco, restano nascoste vicende scomode, ingombranti, caratterizzanti la storia europea passata e di più violenta e recente attualità. La conseguenza di profanare il passato è duplice: da un lato si mortifica la modernità in attese vane d’occasione; dall’altro lato, l’oblio lascia correre il rischio di una riproposizione di momenti storici noti, con l’ergersi di politiche messianiche, condotte da guide, novelli duci e Führer, interpreti dell’esistenza di popoli, di costituzioni e Stati, manovratori politici tentati ancora a esorcizzare ogni pericolo dal destino europeo in una sospensione di diritti individuali e di libertà fondamentali, per essere paradossalmente custoditi e garantite, salvaguardate, da ogni “minaccia”. Il dichiararsi spudorato di tali nostalgie autoritarie, anche apertamente in Italia, lascia temere un vero e proprio requiem della democrazia: persino in Europa, specialmente in quella un tempo dichiarata come Europa dell’Est, movimenti fascisti e neo-nazisti si candidano per essere “svolta”, urlando novità di risoluzione storica, marcatamente evidenziando il volto di un’Europa scristianizzata e ancora permanentemente antisemita. Questo contributo su un particolare aspetto del presente - ricerca che coniuga la speculazione filosofica alla contestualità del diritto -, propone una riflessione su legami ed eventi dell’uomo nel 70esimo dell’entrata in vigore della Costituzione italiana, evidenziando il rischio che una democrazia “sospesa”, lentamente sostituita dall’olocausto della memoria europea, possa rinnovare divisioni e persino tragiche farneticazioni razziali, anche in Italia, in un presente collettivo, europeo comune, infatuato dalla monetarizzazione delle sorti e divorato dal debito d’esistenza.File | Dimensione | Formato | |
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