La recente crisi economica, osservata sin dal suo primo apparire nelle forme della deindustrializzazione e della flessibilizzazione dei contratti lavorativi, ha portato a un collasso dell’edificio sociale del nostro Paese. Questo libro indaga come gli scrittori italiani nati negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta abbiano raccontato (attraverso romanzi, novelle, reportage e poesie) la prostrazione dei soggetti sottoposti al precariato, aggravato, poi, dalla riduzione delle tutele antinfortunistiche. A questa temporaneità del lavoro fa da specchio la temporaneità esistenziale: il precariato, infatti, produce una liquidità delle identità e nuove forme di ‘alienazione’, raccontata secondo modalità che lontanamente richiamano la letteratura industriale di Volponi. Si scopre, però, che le nuove generazioni non possono inquadrare in maniera ‘totale’ ed ‘epica’ il dramma sociale che si è abbattuto in Italia, poiché il grado di consapevolezza e di ‘esperienza’ della realtà è ormai ridotto a frammenti, essi pure temporanei e funzionali a un mercato editoriale che subordina la profondità alla leggerezza, la durata estetica alla consumabilità commerciale, la stabilità del libro alla volatilità della letteratura digitale.

Scritture precarie. Editoria e lavoro nella grande crisi 2003-2017

Daniele Maria Pegorari
2018-01-01

Abstract

La recente crisi economica, osservata sin dal suo primo apparire nelle forme della deindustrializzazione e della flessibilizzazione dei contratti lavorativi, ha portato a un collasso dell’edificio sociale del nostro Paese. Questo libro indaga come gli scrittori italiani nati negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta abbiano raccontato (attraverso romanzi, novelle, reportage e poesie) la prostrazione dei soggetti sottoposti al precariato, aggravato, poi, dalla riduzione delle tutele antinfortunistiche. A questa temporaneità del lavoro fa da specchio la temporaneità esistenziale: il precariato, infatti, produce una liquidità delle identità e nuove forme di ‘alienazione’, raccontata secondo modalità che lontanamente richiamano la letteratura industriale di Volponi. Si scopre, però, che le nuove generazioni non possono inquadrare in maniera ‘totale’ ed ‘epica’ il dramma sociale che si è abbattuto in Italia, poiché il grado di consapevolezza e di ‘esperienza’ della realtà è ormai ridotto a frammenti, essi pure temporanei e funzionali a un mercato editoriale che subordina la profondità alla leggerezza, la durata estetica alla consumabilità commerciale, la stabilità del libro alla volatilità della letteratura digitale.
2018
978-88-6479-168-5
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