Nell’ultimo ventennio i sistemi universitari dei diversi Stati Europei hanno dovuto adeguare le proprie strutture organizzative alla richiesta di creazione di un’economia europea basata sulla conoscenza, più competitiva e dinamica, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale, questo secondo quanto stabilito dalla Strategia di Lisbona prima, e successivamente dalla strategia UE 2020. Tale evoluzione ha portato ad una formazione universitaria sempre più di massa e all’acquisizione da parte delle università di un ruolo sempre più variegato e complesso. Accanto alla funzione della Formazione, della Ricerca, tradizionalmente riferite all’istituzione universitaria si è aggiunta quella della “Terza missione” relativa a tutte quelle attività attraverso le quali si favorisce lo sviluppo sociale, culturale ed economico del territorio in cui l’università esercita la sua sfera d’influenza. La complessità dei ruoli e delle funzioni svolte dalle Università non è in linea con le risorse pubbliche destinate all’istruzione che si sono via via ridotte e che in special modo in Italia rappresentano una quota irrisoria del PIL, situazione ancora più gravosa se si considera che nel nostro Paese l’89,8% degli studenti frequenta università pubbliche e tale percentuale sale nel Mezzogiorno al 95,6% (ISTAT iscritti 2014–15). Tale situazione ha reso necessario un ripensamento delle modalità di finanziamento delle Università nella consapevolezza che il meccanismo di stanziamento costituisse un valido strumento per orientare le scelte pubbliche verso predeterminati obiettivi (Agasisti & Catalano, 2005). Le Università, infatti, pur avendo ottenuto negli anni un’autonomia didattica, gestionale e amministrativa, sono in massima parte dipendenti dal finanziamento pubblico e sono particolarmente sensibili alle politiche governative che negli anni hanno sempre più subordinato i finanziamenti ad esse destinati alle performance ottenute nelle loro specifiche funzioni.

Il costo standard per studente da parametro per il finanziamento delle universita’ a strumento per il controllo di gestione

S. Spallini
;
A. NIsio;P. Romanazzi
2017-01-01

Abstract

Nell’ultimo ventennio i sistemi universitari dei diversi Stati Europei hanno dovuto adeguare le proprie strutture organizzative alla richiesta di creazione di un’economia europea basata sulla conoscenza, più competitiva e dinamica, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale, questo secondo quanto stabilito dalla Strategia di Lisbona prima, e successivamente dalla strategia UE 2020. Tale evoluzione ha portato ad una formazione universitaria sempre più di massa e all’acquisizione da parte delle università di un ruolo sempre più variegato e complesso. Accanto alla funzione della Formazione, della Ricerca, tradizionalmente riferite all’istituzione universitaria si è aggiunta quella della “Terza missione” relativa a tutte quelle attività attraverso le quali si favorisce lo sviluppo sociale, culturale ed economico del territorio in cui l’università esercita la sua sfera d’influenza. La complessità dei ruoli e delle funzioni svolte dalle Università non è in linea con le risorse pubbliche destinate all’istruzione che si sono via via ridotte e che in special modo in Italia rappresentano una quota irrisoria del PIL, situazione ancora più gravosa se si considera che nel nostro Paese l’89,8% degli studenti frequenta università pubbliche e tale percentuale sale nel Mezzogiorno al 95,6% (ISTAT iscritti 2014–15). Tale situazione ha reso necessario un ripensamento delle modalità di finanziamento delle Università nella consapevolezza che il meccanismo di stanziamento costituisse un valido strumento per orientare le scelte pubbliche verso predeterminati obiettivi (Agasisti & Catalano, 2005). Le Università, infatti, pur avendo ottenuto negli anni un’autonomia didattica, gestionale e amministrativa, sono in massima parte dipendenti dal finanziamento pubblico e sono particolarmente sensibili alle politiche governative che negli anni hanno sempre più subordinato i finanziamenti ad esse destinati alle performance ottenute nelle loro specifiche funzioni.
2017
978-88-255-0883-3
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