I mutamenti sociali ed economici, i cambiamenti nelle dottrine e nei valori politici prevalenti nei diversi Paesi hanno condotto a un profondo ripensamento del ruolo e del peso delle pubbliche amministrazioni. Esse hanno affrontato e stanno tuttora attraversando ampi processi di trasformazione determinati da innovate attese dei diversi stakeholder e dalla crescente competizione tra sistemi Paese e, all’interno di essi, tra sistemi locali.A tal fine, il migliore strumento appare essere il performance measurement and management (PMM). Il public performance management è stato introdotto dai governi di molti Paesi (Behn 2003;Williams 2003; Curristine 2005; de Lancer Julnes 2006). È considerato lo strumento per (de Lancer Julnes & Holzer, 2001; van Dooren e van de Walle, 2009; van Helden et al., 2012, Bracci, Deidda Gagliardo e Bigoni 2014): migliorare l’efficienza, l’efficacia, l’economicità, la qualità e l’equità di politiche, programmi, progetti e servizi; attirare e concentrare l’attenzione dei decisori sui risultati e sulle loro cause; rendere i dipendenti consapevoli di ciò che ci si aspetta da loro e informare gli stakeholder sugli scopi, sugli obiettivi, sui risultati dell’organizzazione e sui metodi attraverso i quali sono stati raggiunti; favorire i processi di accountability e di partecipazione degli stakeholders. Negli ultimi anni anche le università sono state soggette a un processo di trasformazione nei sistemi di governance, nelle strutture organizzative e nello stile di gestione (Clark, 1998; Minelli et al. 2002; Lapsley & Miller, 2004; Sánchez et al., 2009) a causa di diversi fattori, quali il crescente numero di studenti, la riduzione delle risorse pubbliche, la globalizzazione e l’incremento della competitività (Wigger & Buch– Hansen, 2013), i mutamenti culturali, sociali ed economici. L’introduzione di logiche aziendalistiche e in particolare di misurazione e gestione della performance (Higgins, 1989; Bronzetti et al., 2011) nel settore della formazione universitaria, pur essendo ritenuta rilevante nel miglioramento dei processi decisionali (Broadbent e Laughlin, 2009), è stata lenta e difficile, spesso ostacolata da pregiudizi, resistenze, difese di status e di rendita.

Il performance measurement and management nelle università

A. Nisio
;
S. Spallini;P. Romanazzi
2017-01-01

Abstract

I mutamenti sociali ed economici, i cambiamenti nelle dottrine e nei valori politici prevalenti nei diversi Paesi hanno condotto a un profondo ripensamento del ruolo e del peso delle pubbliche amministrazioni. Esse hanno affrontato e stanno tuttora attraversando ampi processi di trasformazione determinati da innovate attese dei diversi stakeholder e dalla crescente competizione tra sistemi Paese e, all’interno di essi, tra sistemi locali.A tal fine, il migliore strumento appare essere il performance measurement and management (PMM). Il public performance management è stato introdotto dai governi di molti Paesi (Behn 2003;Williams 2003; Curristine 2005; de Lancer Julnes 2006). È considerato lo strumento per (de Lancer Julnes & Holzer, 2001; van Dooren e van de Walle, 2009; van Helden et al., 2012, Bracci, Deidda Gagliardo e Bigoni 2014): migliorare l’efficienza, l’efficacia, l’economicità, la qualità e l’equità di politiche, programmi, progetti e servizi; attirare e concentrare l’attenzione dei decisori sui risultati e sulle loro cause; rendere i dipendenti consapevoli di ciò che ci si aspetta da loro e informare gli stakeholder sugli scopi, sugli obiettivi, sui risultati dell’organizzazione e sui metodi attraverso i quali sono stati raggiunti; favorire i processi di accountability e di partecipazione degli stakeholders. Negli ultimi anni anche le università sono state soggette a un processo di trasformazione nei sistemi di governance, nelle strutture organizzative e nello stile di gestione (Clark, 1998; Minelli et al. 2002; Lapsley & Miller, 2004; Sánchez et al., 2009) a causa di diversi fattori, quali il crescente numero di studenti, la riduzione delle risorse pubbliche, la globalizzazione e l’incremento della competitività (Wigger & Buch– Hansen, 2013), i mutamenti culturali, sociali ed economici. L’introduzione di logiche aziendalistiche e in particolare di misurazione e gestione della performance (Higgins, 1989; Bronzetti et al., 2011) nel settore della formazione universitaria, pur essendo ritenuta rilevante nel miglioramento dei processi decisionali (Broadbent e Laughlin, 2009), è stata lenta e difficile, spesso ostacolata da pregiudizi, resistenze, difese di status e di rendita.
2017
978-88-255-0883-3
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