Nei paragrafi del contributo ascrivibili a Graziana Brescia (5-8) la riflessione sulla relazione tra la legislazione augustea sull’adulterio e il ius virtuale inventato dai retori ad uso delle scuole di declamazione, si concentra specificatamente sulla più ampia sfera d’azione concessa in questo ambito al marito cui una norma mai messa in discussione nell’intero corpus, riconosce, diversamente da quanto previsto dalla lex Iulia de adulteriis coercendis , il ius occidendi nei confronti sia della moglie adultera che del correo. La situazione che emerge dalle declamazioni latine (con specifico riferimento alla declamazione minore 377), oltre a mostrare in atto il processo di giuridicizzazione di mores diffusi nella cultura romana e che, accanto alle leges appartengono al campo del ius, evidenzia come, almeno su aspetti di grande rilievo – il legittimo dolor provato dal marito dell’adultera e i diritti inalienabili del pater sul nascituro considerato spes patris – maestri e allievi dialogassero da vicino con la giurisprudenza coeva e, in particolare, proprio con quella lungamente impegnata nell’esegesi della lex Iulia.

La norma nascosta. Storie di adulterio nella declamazione latina

BRESCIA GRAZIANA;
2016-01-01

Abstract

Nei paragrafi del contributo ascrivibili a Graziana Brescia (5-8) la riflessione sulla relazione tra la legislazione augustea sull’adulterio e il ius virtuale inventato dai retori ad uso delle scuole di declamazione, si concentra specificatamente sulla più ampia sfera d’azione concessa in questo ambito al marito cui una norma mai messa in discussione nell’intero corpus, riconosce, diversamente da quanto previsto dalla lex Iulia de adulteriis coercendis , il ius occidendi nei confronti sia della moglie adultera che del correo. La situazione che emerge dalle declamazioni latine (con specifico riferimento alla declamazione minore 377), oltre a mostrare in atto il processo di giuridicizzazione di mores diffusi nella cultura romana e che, accanto alle leges appartengono al campo del ius, evidenzia come, almeno su aspetti di grande rilievo – il legittimo dolor provato dal marito dell’adultera e i diritti inalienabili del pater sul nascituro considerato spes patris – maestri e allievi dialogassero da vicino con la giurisprudenza coeva e, in particolare, proprio con quella lungamente impegnata nell’esegesi della lex Iulia.
2016
978-88-15-26053-6
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