Since the late nineteenth century excavations in the cave, it is known that there are large quantities of lithic artifacts among the archaeological finds. Paolo Carucci, in particular, devoted the most attention to these findings, showing a significant presentation of the various types of found artefacts in his book La Grotta Preistorica di Pertosa (Salerno), published in 1907. Until the beginning of modern research, however, little or nothing was known about the Petrographic characterization and the provenance of the rocks that make up these objects. The present paper is an early work in this direction, involving a sample acquired during a research campaign in 2013. Micro-cores have been taken from these artifacts (mostly querns and pestles) using minimally invasive techniques. Thin sections have been obtained from some cores, then observed in optical microscopy in polarized light, while from others artifacts powder samples have been taken for chemical analysis through X-ray fluorescence. The petrographic analysis has carried out the identification of eight sedimentary rocks, one metamorphic rock and six magmatic rocks. The sedimentary rocks are quartzarenites, mixed arenites, a litharenite and a limestone;these rock types are very common in the southern Apennines (from where presumably they come), while the limestone could belong to the cave itself or to neighboring outcrops. The only metamorphic rock found is a phyllite, most probably coming from Calabria. There are two intrusive and four effusive magmatic rocks: the intrusive ones are a two-mica granite and a peridotite, probably both belonging to Calabrian formations; the effusive rocks, according to their petrographic and chemical characteristics, are classified as basanites from Vulture (two samples) and as phonotephrites from the Somma-Vesuvius (two other samples).

La presenza di manufatti litici tra i materiali archeologici rinvenuti in gran quantità. nella grotta . un fatto noto sin dagli scavi di fine Ottocento. E’ in particolare Paolo Carucci che dedica a tali reperti la maggiore attenzione, presentandone una rassegna significativa dei vari tipi nella sua opera La Grotta Preistorica di Pertosa (Salerno), edita nel 1907. Fino alle ricerche moderne, tuttavia, poco o niente era stato accertato circa la caratterizzazione petrografica e la provenienza geografica delle rocce che compongono questi materiali. Un primo lavoro in tal senso è appunto quello esposto nel presente lavoro, riguardante un lotto di reperti acquisiti nel corso della campagna di ricerche del 2013. Lo studio di tali manufatti (perlopiù macine e pestelli), su cui sono stati fatti dei minimi prelievi invasivi tramite microcarotaggi, ha permesso la realizzazione di sezioni sottili, da osservare in microscopia ottica in luce polarizzata, e di alcuni provini in polvere, per le analisi chimiche mediante fluorescenza di raggi X. L’analisi petrografica ha permesso di identificare otto rocce sedimentarie, una roccia metamorfica e sei rocce magmatiche. Le rocce sedimentarie sono quarzareniti, arenarie miste, una litarenite e un calcare; tali litologie fanno ritenere che la loro provenienza sia riferibile a litotipi molto comuninell’Appennino meridionale con l’eccezione del calcare che potrebbe provenire dalla grotta stessa o da affioramenti limitrofi ad essa. L’unico campione di roccia metamorfica è una fillade assai probabilmente di provenienza calabrese. Le magmatiti sono due rocce intrusive e quattro rocce effusive: le rocce intrusive sono un granito a due miche e una peridotite, probabilmente entrambe di provenienza calabrese; le rocce effusive, in base alle loro caratteristiche petrografiche e chimiche, sono classificabili in parte come basaniti provenienti dal Vulture (due campioni) e in parte come fonotefriti provenienti dal Somma-Vesuvio (altri due campioni).

Manufatti litici dalle ricerche 2013. Aspetti tipologici e petroarcheometrici.

ACQUAFREDDA, Pasquale;PALLARA, MAURO
2017-01-01

Abstract

Since the late nineteenth century excavations in the cave, it is known that there are large quantities of lithic artifacts among the archaeological finds. Paolo Carucci, in particular, devoted the most attention to these findings, showing a significant presentation of the various types of found artefacts in his book La Grotta Preistorica di Pertosa (Salerno), published in 1907. Until the beginning of modern research, however, little or nothing was known about the Petrographic characterization and the provenance of the rocks that make up these objects. The present paper is an early work in this direction, involving a sample acquired during a research campaign in 2013. Micro-cores have been taken from these artifacts (mostly querns and pestles) using minimally invasive techniques. Thin sections have been obtained from some cores, then observed in optical microscopy in polarized light, while from others artifacts powder samples have been taken for chemical analysis through X-ray fluorescence. The petrographic analysis has carried out the identification of eight sedimentary rocks, one metamorphic rock and six magmatic rocks. The sedimentary rocks are quartzarenites, mixed arenites, a litharenite and a limestone;these rock types are very common in the southern Apennines (from where presumably they come), while the limestone could belong to the cave itself or to neighboring outcrops. The only metamorphic rock found is a phyllite, most probably coming from Calabria. There are two intrusive and four effusive magmatic rocks: the intrusive ones are a two-mica granite and a peridotite, probably both belonging to Calabrian formations; the effusive rocks, according to their petrographic and chemical characteristics, are classified as basanites from Vulture (two samples) and as phonotephrites from the Somma-Vesuvius (two other samples).
2017
978-88-908337-6-2
La presenza di manufatti litici tra i materiali archeologici rinvenuti in gran quantità. nella grotta . un fatto noto sin dagli scavi di fine Ottocento. E’ in particolare Paolo Carucci che dedica a tali reperti la maggiore attenzione, presentandone una rassegna significativa dei vari tipi nella sua opera La Grotta Preistorica di Pertosa (Salerno), edita nel 1907. Fino alle ricerche moderne, tuttavia, poco o niente era stato accertato circa la caratterizzazione petrografica e la provenienza geografica delle rocce che compongono questi materiali. Un primo lavoro in tal senso è appunto quello esposto nel presente lavoro, riguardante un lotto di reperti acquisiti nel corso della campagna di ricerche del 2013. Lo studio di tali manufatti (perlopiù macine e pestelli), su cui sono stati fatti dei minimi prelievi invasivi tramite microcarotaggi, ha permesso la realizzazione di sezioni sottili, da osservare in microscopia ottica in luce polarizzata, e di alcuni provini in polvere, per le analisi chimiche mediante fluorescenza di raggi X. L’analisi petrografica ha permesso di identificare otto rocce sedimentarie, una roccia metamorfica e sei rocce magmatiche. Le rocce sedimentarie sono quarzareniti, arenarie miste, una litarenite e un calcare; tali litologie fanno ritenere che la loro provenienza sia riferibile a litotipi molto comuninell’Appennino meridionale con l’eccezione del calcare che potrebbe provenire dalla grotta stessa o da affioramenti limitrofi ad essa. L’unico campione di roccia metamorfica è una fillade assai probabilmente di provenienza calabrese. Le magmatiti sono due rocce intrusive e quattro rocce effusive: le rocce intrusive sono un granito a due miche e una peridotite, probabilmente entrambe di provenienza calabrese; le rocce effusive, in base alle loro caratteristiche petrografiche e chimiche, sono classificabili in parte come basaniti provenienti dal Vulture (due campioni) e in parte come fonotefriti provenienti dal Somma-Vesuvio (altri due campioni).
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