Il presente scritto è dedicato al tema della imputazione della responsabilità per la gestione nelle società di persone e si propone di indagarlo attraverso la verifica di una distinzione fra funzione gestoria e titolarità dell’impresa anche in tali forme societarie, interessate invero «indirettamente» da innovazioni legislative – in primis la partecipazione di società di capitali a società di persone – ma da cui si reputa possa conseguire un mutato scenario d’indagine. L’analisi, pur orientata nella prospettiva «particolare» della funzione e della connessa responsabilità gestoria nelle società di persone, viene condotta attraverso un riferimento costante alla disciplina delle società di capitali, per giungere alla dimostrazione dell’emersione di principi che se nell’evoluzione normativa delle tipologie capitalistiche (si pensi, ad esempio, agli interventi sulla latitudine della responsabilità limitata) sono maggiormente evidenti, vengono non di meno a rappresentare principi generali all’interno del complesso sistema del diritto dell’impresa, come accade per l’individuazione delle regole di corretta gestione o per quanto affermabile in tema di abuso del potere gestorio. Ampio spazio è dedicato nella ricerca alle diverse fattispecie di responsabilità, ai presupposti e alle condizioni dell’azione sociale, con particolare riguardo alla legittimazione all’esercizio dell’azione, nonché alle regole in tema di prescrizione. L’obiettivo è quello di delineare, infine, un angolo visuale più «generale», che consenta di tracciare un percorso di comunicazione tra i diversi modelli societari, offrendo così lo spunto per riflessioni di carattere sistematico sul ruolo attuale della partecipazione sociale nelle società personali e sulla opportunità di dedicare a queste ultime maggiore attenzione all’interno dell’ordinamento italiano, alla stregua di quanto avviene in altri ordinamenti europei dalla cui indagine comparativa si evidenzia l’emersione di una vitalità dei corrispondenti modelli soprattutto in riferimento alle forme «ibride» di società (s)personalizzate in cui la compagine sociale risulti formata (in tutto o in parte) non da persone fisiche.

La responsabilità per la gestione nelle società di persone

VESSIA, Francesca
2017-01-01

Abstract

Il presente scritto è dedicato al tema della imputazione della responsabilità per la gestione nelle società di persone e si propone di indagarlo attraverso la verifica di una distinzione fra funzione gestoria e titolarità dell’impresa anche in tali forme societarie, interessate invero «indirettamente» da innovazioni legislative – in primis la partecipazione di società di capitali a società di persone – ma da cui si reputa possa conseguire un mutato scenario d’indagine. L’analisi, pur orientata nella prospettiva «particolare» della funzione e della connessa responsabilità gestoria nelle società di persone, viene condotta attraverso un riferimento costante alla disciplina delle società di capitali, per giungere alla dimostrazione dell’emersione di principi che se nell’evoluzione normativa delle tipologie capitalistiche (si pensi, ad esempio, agli interventi sulla latitudine della responsabilità limitata) sono maggiormente evidenti, vengono non di meno a rappresentare principi generali all’interno del complesso sistema del diritto dell’impresa, come accade per l’individuazione delle regole di corretta gestione o per quanto affermabile in tema di abuso del potere gestorio. Ampio spazio è dedicato nella ricerca alle diverse fattispecie di responsabilità, ai presupposti e alle condizioni dell’azione sociale, con particolare riguardo alla legittimazione all’esercizio dell’azione, nonché alle regole in tema di prescrizione. L’obiettivo è quello di delineare, infine, un angolo visuale più «generale», che consenta di tracciare un percorso di comunicazione tra i diversi modelli societari, offrendo così lo spunto per riflessioni di carattere sistematico sul ruolo attuale della partecipazione sociale nelle società personali e sulla opportunità di dedicare a queste ultime maggiore attenzione all’interno dell’ordinamento italiano, alla stregua di quanto avviene in altri ordinamenti europei dalla cui indagine comparativa si evidenzia l’emersione di una vitalità dei corrispondenti modelli soprattutto in riferimento alle forme «ibride» di società (s)personalizzate in cui la compagine sociale risulti formata (in tutto o in parte) non da persone fisiche.
2017
978-88-495-3367-5
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