La felicità è una problematica che è stata oggetto di studio di molti pensa- tori sin dall’antichità a oggi. Che cosa è la felicità? Quando si è felici? Che cosa bisogna fare per raggiungerla? Esiste la felicità? Come la si può definire? Quante forme di felicità vi sono? Sono interrogativi che hanno affascinato e al tempo stesso hanno intrigato il pensiero di molti filosofi, poeti, sociologi, economisti, studiosi di fenomenologia e antropologia, psicologi e, recentemente, neuroscienziati, anche alla luce del progresso scientifico delle scienze biomediche e degli studi avanzati sul genoma umano, sul cervello e sulla mente. Lo stesso progresso tecno-scientifi- co può rendere veramente felici? Il filosofo Mounier, profetico in tal senso, mette in guardia sia gli entusiasti che i detrattori della tecnica e ammonisce che la coscienza etica del nostro tempo deve uscire dal torpore in cui è caduta, perché “la macchina non reca agli uomini la felicità”, ma un dramma nuovo, una sfida a svegliarsi dal loro sonno naturale, per “conquistarsi la regalità di cui si vantano” ed evitare la sciocchezza che sta nel chiedere a quell’elemento tecnico ciò che non può dare.

Etica, felicità ed economia di comunione

INDELLICATO, Michele
2015-01-01

Abstract

La felicità è una problematica che è stata oggetto di studio di molti pensa- tori sin dall’antichità a oggi. Che cosa è la felicità? Quando si è felici? Che cosa bisogna fare per raggiungerla? Esiste la felicità? Come la si può definire? Quante forme di felicità vi sono? Sono interrogativi che hanno affascinato e al tempo stesso hanno intrigato il pensiero di molti filosofi, poeti, sociologi, economisti, studiosi di fenomenologia e antropologia, psicologi e, recentemente, neuroscienziati, anche alla luce del progresso scientifico delle scienze biomediche e degli studi avanzati sul genoma umano, sul cervello e sulla mente. Lo stesso progresso tecno-scientifi- co può rendere veramente felici? Il filosofo Mounier, profetico in tal senso, mette in guardia sia gli entusiasti che i detrattori della tecnica e ammonisce che la coscienza etica del nostro tempo deve uscire dal torpore in cui è caduta, perché “la macchina non reca agli uomini la felicità”, ma un dramma nuovo, una sfida a svegliarsi dal loro sonno naturale, per “conquistarsi la regalità di cui si vantano” ed evitare la sciocchezza che sta nel chiedere a quell’elemento tecnico ciò che non può dare.
2015
978-88-7048-617-9
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