Il contributo torna a considerare il rapporto che gli scrittori triestini del primo Novecento intrattennero con la cultura nazionale, una cultura che nella periferia triestina appariva allora attardata, retorica, chiusa in un riecheggiamento sfocato della tradizione risorgimentale. Trieste, in uno scritto polemico apparso sulla «Voce», che metteva lucidamente in evidenza la complessità della situazione triestina, venne descritta da Slataper come una città “senza tradizioni di coltura”. Per la generazione di Slataper, Giani e Carlo Stuparich, Firenze rappresentò il luogo in cui era necessario recarsiper costruire la propria identità culturale, per dissetarsi alle fonti della tradizione. E tuttavia nei confronti della città e della sua fermentante situazione culturale si venne a stabilire un rapporto di polarizzazione positiva-negativa, che spinse questi giovani scrittori a ritornare alla propria condizione multiculturale e policentrica con una nuova coscienza di sé e della propria missione di intellettuale.

Il tormento dell’appartenenza negli scrittori triestini del primo novecento: Scipio Slataper verso Firenze e ritorno.

VACANTE, Natalia Maria
2017-01-01

Abstract

Il contributo torna a considerare il rapporto che gli scrittori triestini del primo Novecento intrattennero con la cultura nazionale, una cultura che nella periferia triestina appariva allora attardata, retorica, chiusa in un riecheggiamento sfocato della tradizione risorgimentale. Trieste, in uno scritto polemico apparso sulla «Voce», che metteva lucidamente in evidenza la complessità della situazione triestina, venne descritta da Slataper come una città “senza tradizioni di coltura”. Per la generazione di Slataper, Giani e Carlo Stuparich, Firenze rappresentò il luogo in cui era necessario recarsiper costruire la propria identità culturale, per dissetarsi alle fonti della tradizione. E tuttavia nei confronti della città e della sua fermentante situazione culturale si venne a stabilire un rapporto di polarizzazione positiva-negativa, che spinse questi giovani scrittori a ritornare alla propria condizione multiculturale e policentrica con una nuova coscienza di sé e della propria missione di intellettuale.
2017
978-884674571-2
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