Il “coralligeno pugliese”, vero hotspot di biodiversità, tra i più importanti su scala mediterranea, è una particolare biocenosi marina distribuita lungo un ampio tratto di costa regionale (gran parte del settore ionico e circa metà della costa adriatica pugliese), composta da alghe calcaree e da grandi organismi bentonici (madreporari, spugne, ascidiacei, molluschi, briozoi, ecc.), che si sviluppano su un basamento organogeno costituito dall’accumulo dei loro resti scheletrici. Questa biocenosi presenta una struttura molto complessa e consente lo sviluppo di diverse tipologie di comunità bentoniche, che vanno da quelle dominate dalle alghe calcaree a quelle a filtratori, a quelle dominate da organismi endolitici. Il coralligeno è da considerarsi più come un “paesaggio” sottomarino composto da diverse comunità che come una singola comunità. Gli studi più esaustivi sul coralligeno pugliese, realizzati da ricercatori dell'Ateneo barese, risalgono agli anni '60-70 e sono soprattutto focalizzati sul settore adriatico e sulla fascia più superficiale della biocenosi coralligena, compresa entro la batimetrica dei -30 m. Indagini successive che hanno portato ad un più completo censimento faunistico, includendo anche la costa ionica, e ad una migliore comprensione dei meccanismi di formazione e struttura della comunità, non hanno tuttavia fornito informazioni sulla componente più profonda. Da alcuni anni, indagini compiute da ricercatori del Dipartimento di Biologia dell’Università di Bari hanno documentato la presenza di una ricca fauna bentonica dallo straordinario valore paesaggistico e conservazionistico nella fascia del coralligeno compresa tra -40 e -80 m circa, localizzata nel settore ionico. In particolare, lungo il tratto di costa tra Taranto e Santa Maria di Leuca tale fauna appare ricca di importanti emergenze naturalistiche, quali il corallo rosso (Corallium rubrum), le gorgonie (Paramuricea clavata), il falso corallo nero (Savalia savaglia) e le spugne commerciali (Spongia spp.), organismi target nella conservazione in ambiente marino. Questo lavoro intende fornire un primo censimento delle popolazioni di animali invertebrati del coralligeno profondo pugliese, con l’obiettivo di individuare adeguati criteri di conservazione e gestione sostenibile di tale importante risorsa e di valorizzare la fauna acquatica pugliese autoctona, anche alla luce di un potenziamento dell’offerta turistica subacquea.
Studio della biodiversità del coralligeno profondo pugliese con particolare riguardo alla facies a corallo rosso.
Giuseppe, Corriero;Maria, Mercurio;LONGO, CATERINA
2012-01-01
Abstract
Il “coralligeno pugliese”, vero hotspot di biodiversità, tra i più importanti su scala mediterranea, è una particolare biocenosi marina distribuita lungo un ampio tratto di costa regionale (gran parte del settore ionico e circa metà della costa adriatica pugliese), composta da alghe calcaree e da grandi organismi bentonici (madreporari, spugne, ascidiacei, molluschi, briozoi, ecc.), che si sviluppano su un basamento organogeno costituito dall’accumulo dei loro resti scheletrici. Questa biocenosi presenta una struttura molto complessa e consente lo sviluppo di diverse tipologie di comunità bentoniche, che vanno da quelle dominate dalle alghe calcaree a quelle a filtratori, a quelle dominate da organismi endolitici. Il coralligeno è da considerarsi più come un “paesaggio” sottomarino composto da diverse comunità che come una singola comunità. Gli studi più esaustivi sul coralligeno pugliese, realizzati da ricercatori dell'Ateneo barese, risalgono agli anni '60-70 e sono soprattutto focalizzati sul settore adriatico e sulla fascia più superficiale della biocenosi coralligena, compresa entro la batimetrica dei -30 m. Indagini successive che hanno portato ad un più completo censimento faunistico, includendo anche la costa ionica, e ad una migliore comprensione dei meccanismi di formazione e struttura della comunità, non hanno tuttavia fornito informazioni sulla componente più profonda. Da alcuni anni, indagini compiute da ricercatori del Dipartimento di Biologia dell’Università di Bari hanno documentato la presenza di una ricca fauna bentonica dallo straordinario valore paesaggistico e conservazionistico nella fascia del coralligeno compresa tra -40 e -80 m circa, localizzata nel settore ionico. In particolare, lungo il tratto di costa tra Taranto e Santa Maria di Leuca tale fauna appare ricca di importanti emergenze naturalistiche, quali il corallo rosso (Corallium rubrum), le gorgonie (Paramuricea clavata), il falso corallo nero (Savalia savaglia) e le spugne commerciali (Spongia spp.), organismi target nella conservazione in ambiente marino. Questo lavoro intende fornire un primo censimento delle popolazioni di animali invertebrati del coralligeno profondo pugliese, con l’obiettivo di individuare adeguati criteri di conservazione e gestione sostenibile di tale importante risorsa e di valorizzare la fauna acquatica pugliese autoctona, anche alla luce di un potenziamento dell’offerta turistica subacquea.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.