Il saggio affronta la questione dei partiti religiosi muovendo dalle sentenze europee sullo scioglimento del Refah Partisi turco, pronunciato dalla Corte costituzionale della Turchia. La giurisprudenza europea, legittimando le decisioni delle autorità turche, afferma l’incompatibilità di un partito che si ispiri ai valori dell’Islam con la democrazia (protetta) e la laicità. In realtà, la vicenda del Refah Partisi acquista un valore emblematico dal punto di vista del rapporto tra religione e politica nella società contemporanea, perché mette in risalto i limiti della laicità “moderna” a contatto con una società orientata al senso di appartenenza alla religione islamica. Un problema che in qualche modo si ripropone oggi all’interno dei contesti socio-politici dei paesi europei che assistono da alcuni anni alla formazione di partiti islamici, i quali si manifestano come partiti a forte caratterizzazione identitaria. Il partito islamico, o etnico-religioso, si presenta come partito d’identità religiosa e si distingue dai partiti cristiano-democratici, che erano partiti di ispirazione religiosa. I partiti d’identità religiosa possono essere considerati l’esito del fallimento delle politiche multiculturaliste che hanno caratterizzato l’azione dei paesi europei negli ultimi anni, quale risposta a una diversità religiosa che non si caratterizzava solo dal punto di vista confessionale ma anche da quello antropologico e culturale. Mettere in atto politiche interculturali, che coinvolgano anche e soprattutto il diritto, può essere un utile strumento per la costruzione di una società nella quale la gestione della diversità non si ispiri alle politiche dell’identità, intesa come elemento sovrastrutturale del soggetto, ingabbiato all’interno della propria cultura “religiosa”. L’impossibilità di rileggere se stesso, muovendo dalla sua appartenenza religiosa, all’interno del nuovo contesto sociale sviluppa il sentimento della partigianeria, che sfocia nella costruzione dell’identità politica su base religiosa, quale variante significativa dell’identità religiosa tout court.

I partiti religiosi (islamici) e la democrazia "laica"

STEFANI', PAOLO
2017-01-01

Abstract

Il saggio affronta la questione dei partiti religiosi muovendo dalle sentenze europee sullo scioglimento del Refah Partisi turco, pronunciato dalla Corte costituzionale della Turchia. La giurisprudenza europea, legittimando le decisioni delle autorità turche, afferma l’incompatibilità di un partito che si ispiri ai valori dell’Islam con la democrazia (protetta) e la laicità. In realtà, la vicenda del Refah Partisi acquista un valore emblematico dal punto di vista del rapporto tra religione e politica nella società contemporanea, perché mette in risalto i limiti della laicità “moderna” a contatto con una società orientata al senso di appartenenza alla religione islamica. Un problema che in qualche modo si ripropone oggi all’interno dei contesti socio-politici dei paesi europei che assistono da alcuni anni alla formazione di partiti islamici, i quali si manifestano come partiti a forte caratterizzazione identitaria. Il partito islamico, o etnico-religioso, si presenta come partito d’identità religiosa e si distingue dai partiti cristiano-democratici, che erano partiti di ispirazione religiosa. I partiti d’identità religiosa possono essere considerati l’esito del fallimento delle politiche multiculturaliste che hanno caratterizzato l’azione dei paesi europei negli ultimi anni, quale risposta a una diversità religiosa che non si caratterizzava solo dal punto di vista confessionale ma anche da quello antropologico e culturale. Mettere in atto politiche interculturali, che coinvolgano anche e soprattutto il diritto, può essere un utile strumento per la costruzione di una società nella quale la gestione della diversità non si ispiri alle politiche dell’identità, intesa come elemento sovrastrutturale del soggetto, ingabbiato all’interno della propria cultura “religiosa”. L’impossibilità di rileggere se stesso, muovendo dalla sua appartenenza religiosa, all’interno del nuovo contesto sociale sviluppa il sentimento della partigianeria, che sfocia nella costruzione dell’identità politica su base religiosa, quale variante significativa dell’identità religiosa tout court.
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