Muovendo dall’analisi dell’attuale situazione di crisi della giustizia penale – determinata in via principale dall’irragionevole durata dei processi – lo studio analizza le possibili soluzioni necessarie ai fini del recupero di un sistema processuale efficiente ed efficace. Dall’indagine emerge come il ricorso ai procedimenti speciali di matrice consensuale – introdotti dal legislatore del 1988 con spiccata finalità deflativa – non possa rappresentare l’unica risposta al problema delle lungaggini processuali: l’irragionevole durata del dibattimento, infatti, ha indotto sempre più gli imputati a prediligere le forme ordinarie del procedimento, con l’auspicio di addivenire alla prescrizione del reato. L’insuccesso dei riti premiali induce, pertanto, a considerare un punto di vista differente e complementare: non forme alternative “nel” processo, bensì meccanismi alternativi “al” processo, orientati alla composizione del conflitto e al ristabilimento della comunicazione fra la vittima e l’autore del reato. I precedenti modelli retributivo e rieducativo dovrebbero così cedere il passo - lì dove possibile - al paradigma riparativo, all’interno del quale, alla luce della normativa sovrazionale, un ruolo fondamentale deve essere riconosciuto alla vittima, non più relegata ai margini del processo, ma attore principale della vicenda giudiziaria. Fra le tecniche maggiormente diffuse di restorative justice spicca la “mediazione”: un’attività posta in essere da un soggetto terzo e imparziale - il mediatore - che mira a ricomporre la frattura relazionale determinata dall’illecito penale. La ricerca, analizzando i vari “modelli” di mediazione nell’ambito del nostro sistema processuale, verifica l’impatto nel nostro Paese di questa nuova modalità di risposta al reato, idonea ad “affiancarsi” al sistema di giustizia formale con l’obiettivo, tra l’altro, di determinare un’apprezzabile deflazione giudiziaria, obiettivo finora non realizzato dalla giustizia penale negoziata. Se nel procedimento minorile e in quello davanti al giudice di pace sono individuabili diversi spazi applicativi per l’operatività della mediazione, nel contesto del procedimento ordinario un vero e proprio riconoscimento normativo si è recentemente realizzato con l’entrata in vigore della legge n. 67/2014, che – nell’estendere anche agli adulti l’istituto della messa alla prova – consente di attuare una vera e propria diversion già nella fase antecedente il processo, volta ad assicurare una contrazione del carico giudiziario e, nel contempo, a soddisfare le esigenze che sottostanno ai meccanismi di giustizia riparativa.

MEDIAZIONE E GIUSTIZIA PENALE.

CERTOSINO, DANILA
2015-01-01

Abstract

Muovendo dall’analisi dell’attuale situazione di crisi della giustizia penale – determinata in via principale dall’irragionevole durata dei processi – lo studio analizza le possibili soluzioni necessarie ai fini del recupero di un sistema processuale efficiente ed efficace. Dall’indagine emerge come il ricorso ai procedimenti speciali di matrice consensuale – introdotti dal legislatore del 1988 con spiccata finalità deflativa – non possa rappresentare l’unica risposta al problema delle lungaggini processuali: l’irragionevole durata del dibattimento, infatti, ha indotto sempre più gli imputati a prediligere le forme ordinarie del procedimento, con l’auspicio di addivenire alla prescrizione del reato. L’insuccesso dei riti premiali induce, pertanto, a considerare un punto di vista differente e complementare: non forme alternative “nel” processo, bensì meccanismi alternativi “al” processo, orientati alla composizione del conflitto e al ristabilimento della comunicazione fra la vittima e l’autore del reato. I precedenti modelli retributivo e rieducativo dovrebbero così cedere il passo - lì dove possibile - al paradigma riparativo, all’interno del quale, alla luce della normativa sovrazionale, un ruolo fondamentale deve essere riconosciuto alla vittima, non più relegata ai margini del processo, ma attore principale della vicenda giudiziaria. Fra le tecniche maggiormente diffuse di restorative justice spicca la “mediazione”: un’attività posta in essere da un soggetto terzo e imparziale - il mediatore - che mira a ricomporre la frattura relazionale determinata dall’illecito penale. La ricerca, analizzando i vari “modelli” di mediazione nell’ambito del nostro sistema processuale, verifica l’impatto nel nostro Paese di questa nuova modalità di risposta al reato, idonea ad “affiancarsi” al sistema di giustizia formale con l’obiettivo, tra l’altro, di determinare un’apprezzabile deflazione giudiziaria, obiettivo finora non realizzato dalla giustizia penale negoziata. Se nel procedimento minorile e in quello davanti al giudice di pace sono individuabili diversi spazi applicativi per l’operatività della mediazione, nel contesto del procedimento ordinario un vero e proprio riconoscimento normativo si è recentemente realizzato con l’entrata in vigore della legge n. 67/2014, che – nell’estendere anche agli adulti l’istituto della messa alla prova – consente di attuare una vera e propria diversion già nella fase antecedente il processo, volta ad assicurare una contrazione del carico giudiziario e, nel contempo, a soddisfare le esigenze che sottostanno ai meccanismi di giustizia riparativa.
2015
978-88-6611-411-6
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
CERTOSINO MEDIAZIONE E GIUSTIZIA PENALE.pdf

non disponibili

Descrizione: MONOGRAFIA
Tipologia: Documento in Versione Editoriale
Licenza: NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione 1.99 MB
Formato Adobe PDF
1.99 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia
CERTOSINO -Monografia.pdf

accesso aperto

Tipologia: Documento in Pre-print
Licenza: Creative commons
Dimensione 1.99 MB
Formato Adobe PDF
1.99 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/194572
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact