Il contributo qui offerto è l’ultimo al quale Francesco Magistrale ha lavorato. Avviata nel 2003, la ricerca è rimasta incompiuta. A sei anni dalla sua scomparsa si è deciso di darlo alle stampe nella sede che è parsa la più idonea, ascrivendosi proprio a Raffaele Licinio, dedicatario del presente volume, il merito di avere suscitato l’interesse di Magistrale nei confronti delle epigrafi che costituiscono il tema di questo breve saggio. L’apporto redazionale di chi scrive si è limitato ad armonizzare appunti manoscritti provvisori e parti già definite dall’autore oltre che a precisare alcuni riferimenti documentari e bibliografici. L’impianto generale del discorso è basato sulla conferenza tenuta dallo stesso Francesco Magistrale il 14 gennaio 2009 per il Centro di Studi Normanno-Svevi, presso l’Università degli Studi di Bari. Nel 2002, su iniziativa di Raffaele Licinio, autorevoli esponenti del mondo accademico, scientifico e culturale italiano promossero una petizione pubblica per chiedere che la Regione Puglia, la Provincia e il Comune di Bari recedessero dall’intento di destinare consistenti fondi pubblici al finanziamento di un progetto che prevedeva la realizzazione di un ‘parco tematico medievale’, di ispirazione esoterica, denominato “Parco Kanam”. Nelle intenzioni di chi lo aveva ideato, quest’ultimo si sarebbe presentato come una città nella città: destinato a sorgere su un’estesa area della periferia barese, avrebbe compreso tra l’altro ricostruzioni fittizie di edifici medievali quali un castello, una chiesa templare, abitazioni e botteghe, quindi una estraniante piramide e infine moderne strutture ricettive, alberghiere e di ristorazione, agenzie di viaggio, un eliporto, centri commerciali, un pronto soccorso, attrazioni e giochi interattivi per bambini. Il progetto del “Parco Kanam” non andò in porto, anche grazie all’opposizione mediatica esercitata da quanti ne deploravano l’assenza totale di serietà scientifico-didattica. In questa cornice si inserì il coinvolgimento di Francesco Magistrale nelle vicende, anche giudiziarie, originate dagli avvenimenti sin qui sinteticamente ricordati. In particolare, la lettura in chiave esoterica e misterica di Castel del Monte e della sua funzione si fondava in gran parte sull’interpretazione di alcune epigrafi incise nei muri dello stesso castello: a esse Francesco Magistrale dedicò la propria attenzione, profondamente convinto sia del valore sociale, culturale e politico (in senso lato) di una seria divulgazione scientifica sia della necessità di tenere sempre chiaramente distinte quest’ultima da quella, altrettanto legittima, che si suole definire ‘pseudoscienza’.
F. Magistrale, Castel del Monte e il “criptogramma di Federico II”: l’enigma che non c’è
Drago Tedeschini, C.;Fioretti, P;
2017-01-01
Abstract
Il contributo qui offerto è l’ultimo al quale Francesco Magistrale ha lavorato. Avviata nel 2003, la ricerca è rimasta incompiuta. A sei anni dalla sua scomparsa si è deciso di darlo alle stampe nella sede che è parsa la più idonea, ascrivendosi proprio a Raffaele Licinio, dedicatario del presente volume, il merito di avere suscitato l’interesse di Magistrale nei confronti delle epigrafi che costituiscono il tema di questo breve saggio. L’apporto redazionale di chi scrive si è limitato ad armonizzare appunti manoscritti provvisori e parti già definite dall’autore oltre che a precisare alcuni riferimenti documentari e bibliografici. L’impianto generale del discorso è basato sulla conferenza tenuta dallo stesso Francesco Magistrale il 14 gennaio 2009 per il Centro di Studi Normanno-Svevi, presso l’Università degli Studi di Bari. Nel 2002, su iniziativa di Raffaele Licinio, autorevoli esponenti del mondo accademico, scientifico e culturale italiano promossero una petizione pubblica per chiedere che la Regione Puglia, la Provincia e il Comune di Bari recedessero dall’intento di destinare consistenti fondi pubblici al finanziamento di un progetto che prevedeva la realizzazione di un ‘parco tematico medievale’, di ispirazione esoterica, denominato “Parco Kanam”. Nelle intenzioni di chi lo aveva ideato, quest’ultimo si sarebbe presentato come una città nella città: destinato a sorgere su un’estesa area della periferia barese, avrebbe compreso tra l’altro ricostruzioni fittizie di edifici medievali quali un castello, una chiesa templare, abitazioni e botteghe, quindi una estraniante piramide e infine moderne strutture ricettive, alberghiere e di ristorazione, agenzie di viaggio, un eliporto, centri commerciali, un pronto soccorso, attrazioni e giochi interattivi per bambini. Il progetto del “Parco Kanam” non andò in porto, anche grazie all’opposizione mediatica esercitata da quanti ne deploravano l’assenza totale di serietà scientifico-didattica. In questa cornice si inserì il coinvolgimento di Francesco Magistrale nelle vicende, anche giudiziarie, originate dagli avvenimenti sin qui sinteticamente ricordati. In particolare, la lettura in chiave esoterica e misterica di Castel del Monte e della sua funzione si fondava in gran parte sull’interpretazione di alcune epigrafi incise nei muri dello stesso castello: a esse Francesco Magistrale dedicò la propria attenzione, profondamente convinto sia del valore sociale, culturale e politico (in senso lato) di una seria divulgazione scientifica sia della necessità di tenere sempre chiaramente distinte quest’ultima da quella, altrettanto legittima, che si suole definire ‘pseudoscienza’.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Castel del monte.pdf
non disponibili
Tipologia:
Documento in Versione Editoriale
Licenza:
NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione
1.03 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.03 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.