Il diritto derivato dell'Unione europea guarda con sempre maggiore interesse alla protezione dei diritti fondamentali del minore cittadino di uno Stato membro. In particolare, in taluni casi, sottoposti all'esame pregiudiziale della Corte di giustizia, si è posto il problema del godimento di tali diritti specie nel caso in cui il genitore, cittadino straniero e unico affidatario del minore cittadino europeo, sia destinatario di un provvedimento di espulsione per motivi di ordine pubblico o di pubblica sicurezza. Ciò comporta non solo l'abbandono da parte del minore del territorio statale per seguire il genitore, bensì anche il venire meno, di fatto, del godimento reale ed effettivo del "nucleo essenziale dei diritti derivanti dalla cittadinanza europea" come si legge nella sentenza Zambrano del 2011. Il godimento di tali diritti rappresenta il frutto di un lungo percorso giurisprudenziale teso a rinnovare la concezione del minore quale soggetto di diritto europeo, inizialmente limitata allo status filiationis, per garantire una sua più ampia tutela sociale e giuridica. Nel presente saggio si procede alla ricostruzione di tale evoluzione giurisprudenziale che, a sua volta, comporta una progressiva limitazione delle prerogative statali in materia di politica migratoria, tanto da spingere a paragonare la Corte di giustizia a una first-instance immigration court. In tale contesto, il pregio delle sentenze pregiudiziali Réndon Marín e CS è quello di porre in evidenza la centralità del principio del superiore interesse del minore e della tutela della sua vita familiare alla luce della Carta di Nizza e ricorrendo al metodo della Corte europea dei diritti dell'uomo sempre attenta a effettuare un equo bilanciamento degli interessi in gioco.
GLI EFFETTI DELLA GIURISPRUDENZA ZAMBRANO SULLE POLITICHE STATALI DI IMMIGRAZIONE E DI TUTELA DELL’ORDINE PUBBLICO E PUBBLICA SICUREZZA: IN MARGINE ALLE SENTENZE RÉNDON MARÍN E CS
SCIACOVELLI, Annita Larissa
2017-01-01
Abstract
Il diritto derivato dell'Unione europea guarda con sempre maggiore interesse alla protezione dei diritti fondamentali del minore cittadino di uno Stato membro. In particolare, in taluni casi, sottoposti all'esame pregiudiziale della Corte di giustizia, si è posto il problema del godimento di tali diritti specie nel caso in cui il genitore, cittadino straniero e unico affidatario del minore cittadino europeo, sia destinatario di un provvedimento di espulsione per motivi di ordine pubblico o di pubblica sicurezza. Ciò comporta non solo l'abbandono da parte del minore del territorio statale per seguire il genitore, bensì anche il venire meno, di fatto, del godimento reale ed effettivo del "nucleo essenziale dei diritti derivanti dalla cittadinanza europea" come si legge nella sentenza Zambrano del 2011. Il godimento di tali diritti rappresenta il frutto di un lungo percorso giurisprudenziale teso a rinnovare la concezione del minore quale soggetto di diritto europeo, inizialmente limitata allo status filiationis, per garantire una sua più ampia tutela sociale e giuridica. Nel presente saggio si procede alla ricostruzione di tale evoluzione giurisprudenziale che, a sua volta, comporta una progressiva limitazione delle prerogative statali in materia di politica migratoria, tanto da spingere a paragonare la Corte di giustizia a una first-instance immigration court. In tale contesto, il pregio delle sentenze pregiudiziali Réndon Marín e CS è quello di porre in evidenza la centralità del principio del superiore interesse del minore e della tutela della sua vita familiare alla luce della Carta di Nizza e ricorrendo al metodo della Corte europea dei diritti dell'uomo sempre attenta a effettuare un equo bilanciamento degli interessi in gioco.File | Dimensione | Formato | |
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