L’area di Marsala, Sicilia occidentale, è stata storicamente interessata da attività estrattiva con scavi sia in superficie che in sotterraneo. La roccia estratta è una calcarenite del Pleistocene inferiore denominata “Calcarenite di Marsala” e appartenente al Sintema che prende il nome dalla stessa località. Le cave sotterranee sono oggi abbandonate e mostrano un aumento dei segni di instabilità diventando nel tempo un fattore di rischio a causa di diversi fattori che contribuiscono, anche contemporaneamente, all’allargamento dei vuoti sotterranei e alla loro propagazione verso la superficie topografica, fino alla formazione di sprofondamenti. La veloce crescita della città ha contribuito a obliterare le cave causando una perdita della memoria storica sulla loro presenza e ubicazione. Negli ultimi decenni numerosi sprofondamenti si sono verificati sia in aree urbanizzate che in aree utilizzate per l’agricoltura, causando parecchi danni ad edifici ed infrastrutture. L’ultimo episodio di sprofondamento si è verificato nell’area di Contrada Amabilina, alla periferia orientale di Marsala. La depressione ha un perimetro circa ellittico con assi di circa 100×70 m e una profondità approssimativa di 15 m. Lungo le pareti dell’area sprofondata sono ben visibili le stanze della cava sotterranea, alte fino a 5 m. Dalle testimonianze raccolte pochi giorni dopo l’evento, è stato possibile ricostruire la sequenza di formazione dello sprofondamento. Il collasso, causato dalla propagazione dei vuoti e dai primi cedimenti di alcuni pilastri, è stato seguito da un secondo evento che ha comportato un allargamento della depressione per la ridistribuzione degli stress, dopo i primi cedimenti.

L’ultimo sprofondamento a Marsala: l’evento del 21 Novembre 2013

PARISE, Mario;
2015-01-01

Abstract

L’area di Marsala, Sicilia occidentale, è stata storicamente interessata da attività estrattiva con scavi sia in superficie che in sotterraneo. La roccia estratta è una calcarenite del Pleistocene inferiore denominata “Calcarenite di Marsala” e appartenente al Sintema che prende il nome dalla stessa località. Le cave sotterranee sono oggi abbandonate e mostrano un aumento dei segni di instabilità diventando nel tempo un fattore di rischio a causa di diversi fattori che contribuiscono, anche contemporaneamente, all’allargamento dei vuoti sotterranei e alla loro propagazione verso la superficie topografica, fino alla formazione di sprofondamenti. La veloce crescita della città ha contribuito a obliterare le cave causando una perdita della memoria storica sulla loro presenza e ubicazione. Negli ultimi decenni numerosi sprofondamenti si sono verificati sia in aree urbanizzate che in aree utilizzate per l’agricoltura, causando parecchi danni ad edifici ed infrastrutture. L’ultimo episodio di sprofondamento si è verificato nell’area di Contrada Amabilina, alla periferia orientale di Marsala. La depressione ha un perimetro circa ellittico con assi di circa 100×70 m e una profondità approssimativa di 15 m. Lungo le pareti dell’area sprofondata sono ben visibili le stanze della cava sotterranea, alte fino a 5 m. Dalle testimonianze raccolte pochi giorni dopo l’evento, è stato possibile ricostruire la sequenza di formazione dello sprofondamento. Il collasso, causato dalla propagazione dei vuoti e dai primi cedimenti di alcuni pilastri, è stato seguito da un secondo evento che ha comportato un allargamento della depressione per la ridistribuzione degli stress, dopo i primi cedimenti.
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