Attraverso il presente contributo si intende verificare l’incidenza di Machiavelli in Italia durante la Prima Guerra Mondiale, sottolineando l’importanza del ricorso al Segretario fiorentino nella definizione dell’identità culturale e civile nazionale, nonché nella descrizione della fisionomia del nemico politico. Durante il periodo compreso fra il 1914 e il 1918, per un verso si rinnova l’attenzione a Machiavelli nei termini della retorica risorgimentale che ne aveva costituito l’immagine di precursore dell’indipendenza e dell’unità nazionale. Per altro verso, si accentua l’interesse per una forte riappropriazione di Machiavelli in seno alla coscienza nazionale, fino ad una trasfigurazione della sua lezione politica in chiave interventista. Allo stesso tempo, non mancano testimonianze critiche incentrate sull’osservazione dell’altro, soprattutto “il Tedesco”, che sembra aver valorizzato con maggiore efficacia la nozione del conflitto mutuata dal Fiorentino. Riconsiderare la rappresentazione del nemico e, quindi, dell’evento bellico, a partire dalle scritture machiavelliane riprese in questi anni, consente oltretutto di distinguere, pur nel filtro della semantica politica del machiavellismo, i tratti peculiari di una pagina-ritratto della storia nazionale.
Machiavelli e la Grande Guerra. Rappresentazioni del nemico fra tradizione civile e retorica interventista
Mitarotondo Laura
2017-01-01
Abstract
Attraverso il presente contributo si intende verificare l’incidenza di Machiavelli in Italia durante la Prima Guerra Mondiale, sottolineando l’importanza del ricorso al Segretario fiorentino nella definizione dell’identità culturale e civile nazionale, nonché nella descrizione della fisionomia del nemico politico. Durante il periodo compreso fra il 1914 e il 1918, per un verso si rinnova l’attenzione a Machiavelli nei termini della retorica risorgimentale che ne aveva costituito l’immagine di precursore dell’indipendenza e dell’unità nazionale. Per altro verso, si accentua l’interesse per una forte riappropriazione di Machiavelli in seno alla coscienza nazionale, fino ad una trasfigurazione della sua lezione politica in chiave interventista. Allo stesso tempo, non mancano testimonianze critiche incentrate sull’osservazione dell’altro, soprattutto “il Tedesco”, che sembra aver valorizzato con maggiore efficacia la nozione del conflitto mutuata dal Fiorentino. Riconsiderare la rappresentazione del nemico e, quindi, dell’evento bellico, a partire dalle scritture machiavelliane riprese in questi anni, consente oltretutto di distinguere, pur nel filtro della semantica politica del machiavellismo, i tratti peculiari di una pagina-ritratto della storia nazionale.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Dal nemico alla coralità-estratto.pdf
non disponibili
Tipologia:
Documento in Post-print
Licenza:
NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione
272.16 kB
Formato
Adobe PDF
|
272.16 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.