Nel saggio ci si occupa dell’anno 1851 e della realizzazione del Crystal Palace e della Great Exhibition voluta quale segno ‘visivo’ eccellente della grandezza dell’Impero britannico nel suo farsi e della centralità occupata nel mondo dalla città di Londra. Fortemente voluta dalla regina Vittoria e soprattutto da suo marito Alberto, la Great Exhibition ebbe molti sostenitori ma anche detrattori, i quali molto ironizzarono l’avvenimento sulle pagine del Punch. In realtà, la finalità di tale esposizione universale fu quella di obbligare i visitatori stranieri così come i sudditi di sua maestà, ma in concreto doveva servire a mascherare con le luci del vetro del Palace ideato da Paxton, le forti contraddizioni sociali, politiche e d economiche di un momento storico cruciale che vedeva il passaggio dalla prima alla seconda fase della Rivoluzione Industriale. Sotto quella ‘big glass bubble’ (Carlyle) si incontrarono civiltà e popoli diversi azzerando per un periodo limitato e solo i quello spazio, le enormi differenze tra barbari e civilizzati. Forte fu l’impatto visivo di tanto vetro da divenire oggetto privilegiato in alcuni romanzi: l’analisi prosegue, infatti, con lo studio di Bleak House di Dickens e il meno noto ma non meno significativo 1851 The Adventure of Mr and Mrs Sandboys and Family who Came up to London to Enjoy Themselves, and to See the Great Exhibition di Henry Mayhew, accompagnato dalle incisione di George Cruikshank.
Londra 1851. Trasparenze e ombre del Crystal Palace in Mayhew e Dickens
PONTRANDOLFO, Luisa
2006-01-01
Abstract
Nel saggio ci si occupa dell’anno 1851 e della realizzazione del Crystal Palace e della Great Exhibition voluta quale segno ‘visivo’ eccellente della grandezza dell’Impero britannico nel suo farsi e della centralità occupata nel mondo dalla città di Londra. Fortemente voluta dalla regina Vittoria e soprattutto da suo marito Alberto, la Great Exhibition ebbe molti sostenitori ma anche detrattori, i quali molto ironizzarono l’avvenimento sulle pagine del Punch. In realtà, la finalità di tale esposizione universale fu quella di obbligare i visitatori stranieri così come i sudditi di sua maestà, ma in concreto doveva servire a mascherare con le luci del vetro del Palace ideato da Paxton, le forti contraddizioni sociali, politiche e d economiche di un momento storico cruciale che vedeva il passaggio dalla prima alla seconda fase della Rivoluzione Industriale. Sotto quella ‘big glass bubble’ (Carlyle) si incontrarono civiltà e popoli diversi azzerando per un periodo limitato e solo i quello spazio, le enormi differenze tra barbari e civilizzati. Forte fu l’impatto visivo di tanto vetro da divenire oggetto privilegiato in alcuni romanzi: l’analisi prosegue, infatti, con lo studio di Bleak House di Dickens e il meno noto ma non meno significativo 1851 The Adventure of Mr and Mrs Sandboys and Family who Came up to London to Enjoy Themselves, and to See the Great Exhibition di Henry Mayhew, accompagnato dalle incisione di George Cruikshank.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.